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COREA DEL SUD, MAXI ATTACCO HACKER: OSCURATI MEDIA E BANCHE

La polizia sudcoreana ha aperto una inchiesta sul cyberattacco che ha colpito i tre principali canali televisivi del Paese, Kbs, Mbc e Ytn, e le banche Shinhan e Nonghyu. Lo riferisce una nota Ansa-Afp-Reuters secondo la quale uno dei network che fornisce connettività ai gruppi, LG UPlus Corp, ha affermato che la home page del proprio sito web è stata sostituita con una pagina di rivendicazione dell’attacco da parte del “Whois Team”, che mostra tre teschi e il messaggio “è l’inizio del nostro movimento”.
Al momento, ammettono gli investigatori, non ci sono prove su chi abbia lanciato l’attacco, anche se in molti puntano l’indice contro la Corea del Nord.
La scorsa settimana, ha denunciato Pyongyang, anche molti siti ufficiali nordcoreani, tra i quali quello dell’agenzia ufficiale Kcna, hanno subito un attacco informatico “prolungato e intenso”. Pyongyang ha accusato Seul e Washington. I servizi segreti sudcoreani stimano siano almeno 3.000 i “cyber warrior” nordcoreani mobilitati per la guerra informatica.
E proprio in questo clima di forte tensione si è inserito il messaggio del presidente cinese Xi Jinping che oggi ha affermato che Pechino è disponibile per “promuovere il dialogo” tra le due Coree. Secondo il Ministero degli Esteri cinese, Xi ha espresso la sua disponibilità parlando al telefono con la presidente sudcoreana Park Geun-hye.
“La pace e la stabilità nella penisola coreana sono un interesse vitale per il popolo coreano e anche per il popolo cinese”, ha detto Xi, secondo il comunicato diffuso dal ministero degli Esteri. Il presidente ha aggiunto che la Cina “è impegnata a mantenere la pace e la stabilità della penisola e a realizzare la denuclearizzazione della penisola”.
Pechino, ha concluso il presidente, “è pronta a fornire l’aiuto necessario per promuovere la riconciliazione e la cooperazione”.

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