Copyright, Moles annuncia: “Pronta la bozza di legge”

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Copyright, la bozza è pronta. Lo ha annunciato il sottosegretario con delega all’editoria, Giuseppe Moles. Adesso, dopo gli ultimissimi adempimenti del caso, il documento passerà nelle mani delle parti interessate. I cosiddetti “stakeholders” dovranno valutare la bozza che riceveranno entro dieci giorni. L’annuncio di Moles è arrivato direttamente dalla “sua” Matera. Il governo, sul fronte delicatissimo del copyright e del recepimento della direttiva Ue, fa sul serio.

Moles si impegna: ho competenza su direttiva copyright

Moles, che è intervenuto ieri al corso “Audiovisual producers summit” che si sta tenendo proprio nella città lucana, ha dato l’annuncio atteso da editori e operatori dell’informazione. Il sottosegretario ha dichiarato.  ”La bozza sul copyright è pressoché pronta e spero di poterla inviare agli stakeholders entro dieci giorni. Poi faremo delle audizioni per recepire eventuali modifiche”. Quindi ha aggiunto. “Siamo già a buon punto. Ho la competenza sulla direttiva copyright. L’ ho sempre detto. Parto dal presupposto che debba esserci una giusta e corretta distribuzione del valore tra chi fa un prodotto, in questo caso è la notizia, l’audiovisivo e quant’altro e chi in realta’, dall’altro lato lo utilizza in qualsiasi forma in qualsiasi modo”.

“Sistema editoriale in crisi, necessario recepimento Copyright”

La procedura è, dunque, entrata finalmente nel vivo. Era stato uno dei primissimi impegni che si era assunto Moles, quello sul copyright, all’atto della nomina di governo. Intervistato a maggio scorso dal Tg5, Moles aveva detto.  “Il sistema editoriale italiano è in crisi, non da oggi. Io sto lavorando per sostenere e per garantire l’intera Editoria, anche quella locale, con particolare attenzione al mantenimento dei posti di lavoro”. Dunque aveva aggiunto. “In questo quadro sarà fondamentale anche un altro tassello, l’adeguato recepimento della direttiva sul diritto d’autore, la cosiddetta direttiva Copyright. Noi abbiamo la necessità di dover riequilibrare la distribuzione del valore tra autori, giornalisti ed editori da una parte e i giganti del web dall’altra”.

 

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