I poteri dell’Autorità
Si differenziano da Cineblog perché non mettono direttamente a disposizione dell’utente il contenuto protetto, ma gli offrono dei link con i quali effettuare il download. In ogni caso i procedimenti istruttori hanno confermato che nei suddetti siti è presente una significativa quantità di opere digitali protette da copyright, alcune delle quali da poco immesse sul mercato. I gestori dei siti, tutti localizzati su server ubicati all’estero, non hanno presentato controdeduzioni. Trovano perciò risposta le istanze presentate dalle associazioni FAPAV e FPM, rispettivamente rappresentative dell’industria cinematografica e di quella musicale. In realtà il provvedimento preso dall’Autorità va ben oltre le richieste presentate dalle majors, dal momento che l’ordine impartito ai prestatori di servizi è quello di inabilitare i siti entro due giorni.
Il nodo dei metodi
Agli ISP toccherà bloccare i DNS dei siti incriminati per renderli inaccessibili. Ma procedure di questo genere, usate in tempi recenti dalla magistratura, sono facilmente eludibili dagli utenti. E allora ci si può aspettare che l’Agcom decida di mettere in atto rimedi più efficaci come il deep packet inspection. Si tratta di una tecnica di filtraggio con la quale gli operatori di rete controllerebbero i contenuti dei siti alla ricerca di elementi non conformi. E’ una metodologia criticata dagli utenti, per i quali sarebbe violato il principio della neutralità della rete, e dagli stessi Isp, che infatti hanno presenteranno le loro rimostranze il 25 giugno presso il Tar del Lazio.
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