Il Bundestag, il parlamento tedesco, ha varato la riforma del Copyright, estendendo il diritto d’autore all‘editoria online. Ma la riforma trae ispirazione dalla “Google Lex“, in quanto permetterà la pubblicazione di singole parole o di sintesi (parti ridotte) dei testi. La Germania, come la Francia, voleva imporre a Google il pagamento di una tassa, anche se Google News, l’aggregatore di notizie sul motore di ricerca, non è foraggiato dall’advertising online, ma al contrario promuove la lettura delle news sui siti, redirigendo gli utenti verso i siti di news. Ciò nonostante, gli editori europei, che stanno soffrendo per la crisi della stampa cartacea e ancora non riescono a compensare le perdite con la pubblicità in Rete, hanno cercato di imporre ai motori di ricerca e agli aggregatori di notizie il “pagamento di una tassa di licenza” per la pubblicazione dei contenuti editoriali sui siti. Ma Google News è salvo., grazie alla clausola della “pubblicazione testuale parziale”. Google ha di recente chiuso un accordo da circa 6,5 milioni di euro con gli editori in Belgio. Dopo sei anni di dispute legali, l’intesa prevede che Google promuoverà i contenuti editoriali dei partner belgi, generando l’incremento dei ricavi grazie a formule di sottoscrizioni premium. Anche la Francia ha raggiunto un accordo con Google, in base al quale l’azienda guidata dal Ceo Larry Page finanzierà un fondo per l’editoria francese, sebbene non imponente, per darle il tempo di innovarsi nel traghettamento dall’edicola tradizionale a quella digitale (online e apps comprese).
Giannandrea Contieri
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