Il Governo temporeggia sulla questione dei contributi per l’utilizzo delle frequenze per il digitale terrestre. E’ stato approntato dal Mise un decreto che prevede il pagamento di un acconto da versare entro la fine di gennaio, calcolato in base a quanto corrisposto per il 2014. Il decreto deve essere approvato dalla Corte dei Conti. La percentuale dell’acconto, non confermata in via ufficiale, sarebbe pari al 40%. I cambiamenti previsti dall’Agcom in merito al meccanismo per la contribuzione stanno creando non pochi grattacapi all’Esecutivo. Il nuovo metodo di contribuzione non si basa più sul fatturato annuo degli editori, bensì sul valore delle frequenze degli operatori di rete. All’Esecutivo questa modifica non piace poiché riduce il gettito per l’Erario derivante dalla corresponsione dei contributi. Secondo alcune valutazioni Rai e Mediaset, i principali operatori, dovrebbero risparmiare rispettivamente 23 e 17 milioni grazie al nuovo metodo. E la legge Monti, risalente al 2012, stabilisce l’invarianza di gettito per le casse dello Stato. La variazione desta perplessità anche nelle tv locali, che hanno più volte espresso la preoccupazione di un aumento della tassazione nei loro confronti come misura di compensazione per la diminuzione del gettito. D’altra parte il Governo non ha potuto distaccarsi del tutto dalle disposizioni dell’Autorità. A metà dicembre la Commissione Bilancio del Senato ha dichiarato l’inammissibilità dell’emendamento presentato dal Governo nella legge di stabilità, con il fine di sospendere l’applicazione del regolamento varato dall’ Agcom a fine settembre. Motivo? Modificava troppo radicalmente l’indirizzo suggerito dal Garante. Sta di fatto che la soluzione dell’acconto è anch’essa di natura transitoria. Il Governo deve ancora decidere se operare una revisione del sistema di contribuzione, dando ragione all’Agcom, o confermare il regime basato sul fatturato delle aziende. Precedenti dichiarazioni del sottosegretario Antonello Giacomelli lasciano intendere che l’Esecutivo veda con favore l’imposizione nei confronti degli operatori di rete.
Giannandrea Contieri
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