Eppure in passato più volte i rappresentanti di categoria hanno ribadito in ogni sede la necessità di applicare «rigore ed equità» in materia di contributi pubblici all’editoria. Ora la situazione si è fatta particolarmente drammatica. Le testate diocesane così come decine di altri giornali vedono profilarsi all’orizzonte la chiusura come conseguenza di un periodo terribile nel quale si evidenziano solo diminuzioni di lettori, di pubblicità e di contribuzione pubblica. Le voci che sono circolate riguardo il più che dimezzamento dell’importo spettante per l’annualità 2012 suona come l’ultimo atto di una tragedia già scritta in cui l’omologazione di pensiero sta prevalendo sulla democrazia e sul pluralismo dell’informazione.
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