Contributi editoria, interrogazione parlamentare sul mancato pagamento della tranche di maggio

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La legge c’è, ma i fondi tardano ad essere erogati. La Senatrice Spillabotte ha presentato un’interrogazione parlamentare scritta al fine di porre luce sulla vicenda che vede il mancato versamento della prima rata dei contributi editoria relativi all’anno 2016.
Nello specifico, il comma 7-bis dell’articolo 2 del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 luglio 2012, n. 103, come modificato dalla lettera c) del comma 1 dell’articolo 3 della legge 26 ottobre 2016, n. 198, prevede infatti che: “Il contributo è erogato in due rate annuali. La prima rata è versata entro il 30 maggio mediante anticipo di una somma pari al 50 per cento del contributo calcolato come previsto dal decreto. La seconda rata, a saldo, è versata entro il termine di conclusione de procedimento. All’atto dei pagamenti, l’impresa deve essere in regola con le attestazioni rilasciate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e con i versamenti dei contributi previdenziali e non deve risultare inadempiente in esito alla verifica di cui all’articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602“;
Questo significa che per rispettare gli obblighi previsti dalla nuova normativa, le imprese editoriali hanno provveduto ad anticipare le richieste di regolarizzazione delle posizioni presso gli enti previdenziali e presso il fisco e hanno fatto, sulla base di una prescrizione di legge, affidamento sull’incasso, entro il termine fissato dalla norma del 30 maggio 2017.
Ma non è tutto, il mancato incasso dell’anticipazione entro il termine previsto, rischia di non consentire alle imprese di rispettare gli ulteriori impegni che vanno onorati entro il termine fissato dalla legge del 30 settembre 2017, al fine della liquidazione del saldo del contributo, e ciò potrebbe generare ulteriori crisi delle imprese, con chiusure ed azioni di risarcimento danni.
Ad oggi sembrerebbe che nessuna impresa abbia ancora ricevuto l’acconto, ma a differenza degli anni scorsi oggi vi è una legge che è molto chiara in questo senso…

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