Si è svolto questa mattina, nella sala conferenze della FNSI a Roma, il terzo appuntamento delle giornate formative promosse dall’USPI. Il tema trattato è stato quello dei “Contratti di lavoro giornalistico” con particolare attenzione per l’ “Accordo” USPI-FNSI per il lavoro giornalistico dipendente nei periodici locali e no-profit (applicabile anche dalle altre tipologie di testate periodiche rappresentate dall’USPI, previo parere positivo della Commissione paritetica nazionale USPI-FNSI). Il tavolo dei lavori, aperto dal Presidente dell’USPI Francesco Saverio Vetere, è stato molto fruttuoso non soltanto per quanto concerne il tema dell’incontro, ma anche e soprattutto perché ha contribuito a fare chiarezza sulla mancata convocazione della Commissione sull’equo compenso giornalistico. La questione riguarda principalmente il fatto che risulta “quasi” impossibile che al tavolo partecipi soltanto un solo rappresentante degli editori. L’editoria, pur nella sua specificità, ha, all’interno di essa, delle problematiche molto diverse. Insomma, la Fieg non può certo rappresentare tutti gli editori. Uspi, ma anche Mediacoop, File, Aie, Aeranti ed Frt hanno il sacrosanto diritto di potersi sedere al tavolo delle trattative. E finché non si troverà una soluzione sarà molto difficile che la Commissione possa essere convocata in tempi brevi. Nel corso dell’incontro è stato dato ampio spazio alla descrizione del contratto giornalistico. La sezione, curata in maniera molto dettagliata dal dott. Giancarlo Tartaglia (Direttore della FNSI), ha offerto interessanti spunti di riflessione non soltanto per la categoria dei giornalisti, ma anche e soprattutto per quella degli editori, che, alla luce della crisi che sta investendo il settore ormai da parecchi anni, hanno potuto avere maggiori chiarimenti sullo stato dell’arte. Va sottolineato, infine, che le “giornate formative” organizzate dall’USPI sono gratuite per gli associati e che i precedenti incontri che si sono svolti a gennaio e marzo hanno avuto come tema centrale, lo stato di crisi dell’editoria e quello dello sviluppo dell’editoria online.
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