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CONTINUA IIL MURO CONTRO MURO ALLA CAMERA. IL PDL DISPONIBILE A MODIFICARE L’EMENDAMENTO FREQUENZE

La discussione alla Camera sul decreto “salva Rete 4” inizia con il Partito Democratico e l’Italia dei Valori che abbandonano l’aula in segno di protesta e per far mancare il numero legale. L’Udc, invece, resta. Secondo la rilevazione elettronica del voto mancano dieci voti ma, in base al regolamento, il presidente della Camera Gianfranco Fini considera presenti i 14 deputati che si erano iscritti a parlare pur senza partecipare alla votazione, proclamando il numero legale. Una decisione che fa infuriare l’opposizione.
A quel punto e con la prospettiva di un estenuante ostruzionismo, la maggioranza tira il freno e decide di accogliere alcune richieste del Pd e si dice disponibile a modificare l’emendamento. Anziché “modifica” delle licenze individuali, per il digitale terrestre, si parla di “conversione” per garantire che il contenuto dell’attuale licenza non si permuti in autorizzazione. Il procedimento, inoltre, dovrà avvenire non più nel rispetto delle norme contenute nello stesso emendamento, ma della normativa comunitaria. Il governo non intenderebbe invece accogliere la richiesta e fare salvi gli effetti della sentenza della Corte Ue del 31 gennaio 2008.
La palla, poi, passa al comitato dei nove. Ma la matassa non si sbroglia e il muro contro muro riprende. “Il provvedimento riporta semplicemente nel digitale il duopolio esistente” taglia corto Michele Meta del Pd. E anche dall’Idv arriva un secco altolà: “La maggioranza ha provato a perfezionare l’arma del delitto” dice il capogruppo Massimo Donadi.
Salvo sorprese, il decreto legge in questione sarà licenziato dalla Camera dopodomani, giovedì.
Fabiana Cammarano

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