Anche il Pd scivola nel calderone delle ospitate a pagamento in tv, dopo le smentite iniziali successive all’inchiesta di Repubblica. Il consigliere regionale del Pd Thomas Casadei, infatti, ha pagato per andare in onda, come i suoi colleghi di Lega, Movimento5stelle Udc e Pdl. Lo ha fatto nel programma “In Regione”, trasmesso dall’emittente televisiva Teleromagna. “C’è un regolare contratto — spiega Casadei — non sulla singola puntata, ma sull’intero servizio offerto dall’emittente, che oltre una serie di apparizioni prevede anche la fornitura del cd con la registrazione. Tutto molto trasparente, in accordo con il mio capogruppo”.
E’ stato il Fatto Quotidiano a raccontare il coinvolgimento del consigliere democratico, che ora viene subito richiamato all’ordine dal sul capogruppo Marco Monari, che aveva negato comparsate a pagamento e che ora avverte: “Chi rompe paga. Se Casadei ha usato le risorse del gruppo consiliare per trasmissioni di questo tipo dovrà ripagare di tasca sua”.
Proprio grazie a quei cd Casadei ha potuto caricare alcune delle sue apparizioni televisive a pagamento sul suo sito, nella sezione “Dialoghi in Tv”. Le apparizioni, che come avveniva per gli altri partiti erano pagate con i fondi dedicati alla pubblicità istituzionale del gruppo consiliare, erano delle vere e proprie interviste, in cui non compariva nessuna indicazione del fatto che si trattasse di un messaggio a pagamento. Per Casadei però era evidente.
“È un format. Era chiaro che si trattava di una comunicazione istituzionale”, spiega. Ma non era meglio mettere una scritta in sovra impressione? “In effetti sì, mi sembra giusto. Per me era chiaro che si trattava di comunicazione istituzionale, ma in effetti forse poteva non esserlo per il telespettatore. Si può proporre all’emittente di mettere un bollino, una scritta. Penso che data la loro serietà e il loro rigore non abbiano problemi a rafforzare ulteriormente la trasparenza”.
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