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Congelati i fondi per Dire, il dipartimento: “Atto dovuto”

Congelati i fondi per Dire, non c’è pace per l’agenzia: ora il dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del consiglio dei ministri ha annunciato lo stop ai compensi 2023. Le ragioni del provvedimento sono state riferite in una nota che chiama in ballo altri organi del governo: “In presenza di un provvedimento di fermo amministrativo adottato dal ministero dell’Istruzione e del Merito, il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio è tenuto per legge a sospendere il pagamento dei compensi 2023 all’agenzia di stampa Dire, nonché l’accesso alla nuova procedura negoziata relativa all’elenco di rilevanza nazionale, come confermato anche dal parere reso dall’Avvocatura Generale dello Stato che il Dipartimento ha interpellato”. Non ci sarebbe da strapparsi i capelli, però: “Si tratta, quindi, di un atto dovuto”, puntualizzano dal dipartimento. “Occorre, pertanto, respingere ogni tentativo di motivare diversamente la necessaria azione amministrativa del Dipartimento, che ha mantenuto con l’editore continue interlocuzioni anche negli ultimi giorni dell’anno”, si evidenzia ancora. E non in maniera banale. A Dire, infatti, la situazione è esplosiva. Tra licenziamenti e sospensioni dei giornalisti, il braccio di ferro tra i lavoratori e l’editore tiene banco ormai da mesi. E ha caratterizzato l’ultima parte di quest’anno. A tal proposito, il sindacato della Fnsi aveva chiesto di sospendere ogni pagamento di fondi pubblici a chi, come Dire, “licenzia”. Tuttavia, il dipartimento, dopo aver espresso “forte preoccupazione per le conseguenze occupazionali e industriali della vicenda” si è auspicato “che al più presto la situazione possa risolversi”.

Di fronte alla scelta del Dipartimento, arriva la disponibilità dell’editore, Stefano Valore, a un incontro in sede istituzionale: “Si accoglie con favore l’auspicio del dipartimento Editoria di Palazzo Chigi che la difficile situazione venutasi a creare possa risolversi al più presto e in un’ ottica di collaborazione mai venuta meno, l agenzia di stampa Dire prende atto delle dichiarazioni e rimane in attesa di proficue interlocuzioni anche mediante il riscontro alla istanza di accesso agli atti presentata nella giornata festiva di ieri, finalizzata a conoscere gli atti e i provvedimenti, compreso il citato parere dell’Avvocatura Generale dello Stato, sottesi alla decisione di sospendere l’accesso alla nuova procedura negoziata”. L’editore, a proposito dei livelli occupazionali interni all’agenzia, aggiunge: “L’azienda ha già messo in campo ogni strumento finalizzato a continuare a garantire l’occupazione ai 120 lavoratori che ogni giorno si adoperano per garantire l’informazione e il pluralismo delle fonti e che, in questi giorni, peraltro in concomitanza con le festività, vivono momenti drammatici. Ribadisco di rimanere a disposizione affinché già nelle prossime ore ci possa essere un incontro o una interlocuzione con gli organi preposti per trovare una soluzione”.

Luca Esposito

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