Categories: EditoriaRadio/TV

Confindustria, Fondo diritto all’informazione senza risorse radio-tv

Confindustria è contraria allo sfruttamento di un contributo di solidarietà di operatori del settore per alimentare il Fondo per il diritto all’informazione: “Prelievo forzoso, di dubbia costituzionalità”, “del tutto ingiustificato e assolutamente non sostenibile”. Anzi, anche per aziende radio-tv nazionali e locali servono incentivi

Arriva un secco “no” da Confindustria alla proposta di alimentare il Fondo per il diritto all’informazione con il contributo di solidarietà da parte degli operatori del settore dell’informazione, tra cui le emittenti radiotelevisive, il cui valore è pari alo 0,2% del reddito complessivo della singola azienda.

La risposta di Confindustria Radio-tv è stata affidata ad un documento depositato in commissione Cultura alla Camera al termine di un’audizione in merito ad alcune proposte di legge sul sostegno all’editoria. La critica di Confindustria fa riferimento all’alimentazione di questo Fondo, che non prevede limiti temporali, ed in cui possono affluire fino a le risorse del bilancio statale destinate al sostegno dell’editoria quotidiana periodica, radiofonica e digitale fino ad un massimo di 600 milioni di euro.

Secondo quanto scritto nel documento di Confindustria, il contributo è visto come un prelievo forzoso, di dubbia costituzionalità e “del tutto ingiustificato e assolutamente non sostenibile per aziende come quelle radiotelevisive, nazionali e locali, che investono somme rilevanti per garantire gratuitamente ai cittadini decine di migliaia di ore di informazione di qualità, mediata dalla elevata competenza professionale di migliaia di addetti”.

L’auspicio è che l’incentivazione fiscale degli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici riguardi anche le emittenti televisive locali, radiofoniche locali e nazionali, analogiche o digitali, che svolgono effettivamente attività d’informazione giornalistica.

Ma in Italia ci sono tantissime tv e radio locali e bisogna garantire che l’incentivazione fiscale venga indirizzata unicamente a favore di emittenti che garantiscono occupazione ed effettivo svolgimento di attività d’informazione giornalistica. Per questo motivo Confindustria suggerisce di inserire alcuni criteri per poter godere dei benefici dell’incentivazione fiscale, come: numero minimo di dipendenti a tempo pieno e indeterminato negli ultimi tre anni; patrimonio netto negli ultimi tre anni; iscrizione alla rilevazione e pubblicazione dei dati di ascolto negli ultimi tre anni.

Clicca qui per il video integrale dell’audizione

Recent Posts

Circolare n. 54 del 18/12/2025 – Contributi alle scuole per l’acquisto di abbonamenti ai giornali

Anche per l’anno scolastico 2025/2026 è aperta la procedura per la concessione dei contributi destinati alle istituzioni scolastiche per…

15 ore ago

Antenna rassicura Gedi: “Rispettiamo la linee editoriale”

Il Gruppo Antenna, in procinto di acquisire le testate Gedi, non avrebbe la minima intenzione…

15 ore ago

Gedi, pure il Cnog chiede la golden power su Rep e La Stampa

Anche l’ordine dei giornalisti si allinea alle richieste di Elly Schlein e chiede al governo…

16 ore ago

Il Crotonese: 45 anni di informazione cooperativa e indipendente a Crotone

In questi giorni si parla tanto delle sorti dei giornalisti del gruppo Gedi, ma come…

2 giorni ago

Sostegno all’informazione, Fnsi richiama il governo: “No al gioco delle tre carte”

Il sostegno all’informazione non può essere esclusivo né parziale, la Fnsi rampogna il governo dopo…

2 giorni ago

Gedi, parla Barachini: “Seguiremo la trattativa passo passo”

La cessione di Gedi è debitamente monitorata dal governo: lo ha affermato il sottosegretario Barachini.…

2 giorni ago