“I contenuti prodotti dalle industrie culturali meritano un posto centrale nell’Agenda digitale europea e Italiana”. Ad affermarlo è il presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo, intervenuto nel corso di un convegno dal titolo “L’agenda digitale per lo sviluppo dei contenuti culturali” che si è tenuto questa mattina a Roma. L’industria della cultura in Italia è un comparto importante per l’economia del Paese. Il valore aggiunto che riesce ad apportare è di circa 16 miliardi di euro e in esso operano 17 mila imprese che danno posti di lavoro a 300 mila persone.
Da tempo editoria, cinema, musica e produzioni televisive stano affrontando la rivoluzione digitale e la rete sembra offrire grosse possibilità di sviluppo per la distribuzione e la fruizione dei contenuti culturali. Basti pensare che il 33% del mercato della musica oggi viaggia sulla rete e anche il cinema e gli audiovisivi stanno avanzando verso questa direzione. Lo scenario, dunque, sembra mettere a disposizione le migliori premesse ma non tutto è così roseo. L’attenzione del mondo politico si è concentrata per lungo tempo sugli aspetti legati alla creazione delle piattaforme digitali e all’aumento del livello di penetrazione della cultura digitale nel Paese che è tra i più bassi d’Europa.
La preoccupazione di quanti operano nel settore della produzione culturale è di conseguenza che occorrerà molto tempo ancora perché il Governo faccia qualcosa di concreto che regolamenti il mercato dei contenuti nell’universo dell’online. Il pubblico dei fruitori è abituato a pensare che tutto ciò che è in Internet è di tutti e lo streaming e il download “selvaggio e senza regole” hanno radicato ancora di più questa convinzione. Ecco perché Polillo ribadisce “non c’è più tempo. Le “autostrade digitali” super veloci non servono a niente se non si agevola il traffico dei contenuti”.
Quattro i punti chiave su cui intervenire: per prima cosa occorre una riduzione dell’Iva per gli acquisti online di contenuti culturali. Sarebbe opportuno, poi, incentivare gli operatori che investono in questo comparto ed educare il pubblico ad una nuovo modello di fruizione attraverso campagne di sensibilizzazione. Infine, bisogna assolutamente intervenire per fermare la pirateria e tutelare la proprietà intellettuale. Su questo punto fa eco anche Paolo Peluffo, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, che ribadisce che “l’Agcom deve approvare rapidamente il regolamento contro la pirateria”.
Occorre muoversi rapidamente, perché si tratta di un ambiente estremamente dinamico in cui le esigenze cambiano nel giro di poco tempo. Se ciò non dovesse avvenire, l’Italia perderebbe grandi possibilità di sviluppo in un settore che vale circa il 4,5% del Pil e che può contare su un vasto patrimonio creativo.