Il 23 settembre scorso, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato un documento riguardante le problematiche sollevate dall’approvazione del Piano nazionale di assegnazione delle Frequenze. “Le emittenti locali – si legge nel documento – rappresentano un importante patrimonio per la loro identità culturale ed economica, indispensabile per un sistema radiotelevisivo pluralistico e democratico. Pertanto è indispensabile garantire la loro sopravvivenza, proprio in attuazione dei principi di massimo grado di pluralismo del sistema televisivo a livello locale e la massima efficienza allocativa citati in premessa dal Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze (PNAF), approvato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) il 15 giugno 2010 con delibera 300/10/CONS ma che di fatto non trovano nella stessa adeguata attuazione”.
Per le Regioni le 25 reti televisive nazionali individuate dal PNAF sono effettivamente utilizzabili in quanto sono quelle assegnate, a livello internazionale, in via esclusiva all’Italia mentre l’utilizzo delle frequenze destinate alle emittenti locali non è garantito, in quanto tali frequenze sono da reperire tra quelle già assegnate, sempre a livello internazionale, agli Stati esteri affacciati sull’Adriatico, dunque a rischio di interferenze. Le televisioni locali sono a rischio di sopravvivenza perché “senza garanzie concrete di utilizzo delle frequenze loro assegnate si troverebbero ad affrontare nuovi investimenti con il rischio di interferenze”.
Alla luce di queste considerazioni, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome chiede un confronto immediato a livello politico tra Governo e Agcom per rivedere la delibera e assicurare garanzie alle emittenti locali sull’uso effettivo delle frequenze.
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