Dopo i giornalisti delle edizioni locali di Rcs, è la volta di quelli di Condé Nast. Il tema è sempre la crisi dell’editoria e la chiusura sempre più frequente di redazioni.
La redazione e il cdr di Condé Nast protestano contro la decisione dell’azienda di chiudere 4 testate e il rifiuto di ricollocare i colleghi impiegati nelle stesse. L’assemblea contesta anche la dichiarazione di 35 nuovi esuberi complessivi in vigenza di un contratto di solidarietà difensiva, fino al 31 dicembre 2017, mentre in redazione o da remoto vengono usati collaboratori per svolgere il lavoro giornalistico. I giornalisti di Condé Nast continuano a porre all’azienda tre domande cui non è mai stata data risposta:
1. Il nuovo corso aziendale consiste nell’accelerazione della crisi della carta e nella dismissione delle testate per andare verso una commistione sempre più forte con la pubblicità e fuori dalla deontologia giornalistica?
2. Come sono stati usati i soldi risparmiati grazie al contratto di solidarietà?
3. È possibile che tagliare posti di lavoro sia l’unica strada individuata per far quadrare i conti