Con lo spegnimento degli impianti analogici nella città di Palermo si conclude oggi il passaggio al digitale terrestre iniziato con lo switch-off della regione Sardegna nel 2008. Si è trattato di un processo lungo, impegnativo e complesso, sia dal punto di vista tecnico-organizzativo che normativo-regolamentare. Per molte tv locali la partita, però, non è finita. Ci sono, infatti, molte questioni ancora irrisolte che potrebbero produrre effetti destabilizzanti nel prossimo futuro.
La questione LCN – che prima della regolamentazione aveva causato enormi danni alle tv locali – è appesa ad un filo. Gli operatori aspettano di sapere quali saranno le decisioni della giustizia amministrativa. Il rischio è che una sentenza di annullamento della Delibera 366/10/CONS riporti nel caos indistintamente tv nazionali e tv locali.
Nelle aree digitalizzate entro il 31/12/2010 bisogna ancora concludere la procedura per il rilascio dei canali della banda 800 Mhz, e ciò potrebbe comportare la necessità di rivedere le assegnazioni delle frequenze alle singole emittenti sulla base delle disposizioni previste dalla L.220/2011. In questa sciagurata ipotesi le tv locali potrebbero subire ulteriori disagi sia economici che tecnici. Per l’emittenza locale il bilancio di questi primi 4 anni è senz’altro negativo. Le scelte politiche del governo e l’inadeguata organizzazione delle istituzioni hanno fortemente – e in alcuni casi irrimediabilmente – penalizzato il settore. Stranamente a pagare il conto più salato sono state soprattutto le imprese televisive locali regionali, quelle più strutturate in termini di organizzazione, dotazione tecnica, dipendenti e qualità editoriale. Gli elevati esborsi finanziari sostenuti da queste emittenti per l’adeguamento degli impianti unitamente al crollo dei ricavi da raccolta pubblicitaria – paradossalmente in presenza di un aumento generalizzato degli ascolti – ha accentuato la crisi economica innescata dalla congiuntura negativa dei mercati. Negli ultimi mesi il ricorso alle procedure di mobilità e di cassa integrazione è aumentato in modo esponenziale.
Per uscire dal tunnel è indispensabile che la politica (purtroppo il momento non è dei migliori) si decida ad affrontare seriamente il problema, avviando un tavolo di confronto per ricercare le giuste soluzioni attraverso il contributo e la condivisione dei soggetti direttamente interessati.