Il giorno dopo lo scioglimento del consiglio comunale di Sedriano da parte del Consiglio dei ministri, la cittadina del Milanese è presa d’assalto da giornalisti e televisioni. Il provvedimento infatti (il primo che coinvolge un comune della Lombardia per infiltrazioni mafiose) è come se ufficializzasse la presenza di un territorio “contaminato” non solo nel tessuto economico finanziario, come in altri casi analoghi, ma per la prima volta nelle sue istituzioni, con buona pace di chi sosteneva la tesi che al Nord “la mafia non esiste”.
La criminalità organizzata invece, soprattutto di matrice ‘ndranghetista, emerge di continuo in tutte le ultime inchieste giudiziarie, come la “Infinito”.
Per dirla come il Procuratore Capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, quello di oggi ”è un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma è l’ultimo indicatore di un radicamento del tessuto mafioso in Lombardia”. Ma se la stampa oggi pone il paese sotto i riflettori, per due anni, spesso in solitaria, a lottare per portare a galla la verità è stata una giovane giornalista, che per il suo lavoro è stata querelata e minacciata. La vicenda di Sedriano si intreccia infatti con quella di Ester Castano, prima diffidata e querelata più volte dal sindaco Alfredo Celeste (Pdl) (pretendeva che lei non gli si avvicinasse e non gli facesse domande) e infine minacciata dalla criminalità con un biglietto d’auguri giunto insieme a un proiettile nella sede del suo giornale locale alla fine dello scorso anno. Una vicenda che la ragazza, che ha solo 23 anni, ha affrontato con grande coraggio senza mai smettere di scrivere per la testata per cui collabora. “Che soddisfazione – dice all’ANSA – soprattutto verso chi mi diceva ‘tu vedi la mafia ovunque perché sei siciliana'”.
Ester, che è solo una collaboratrice, dovrà difendersi in tribunale ma non si scoraggia: “Ho fatto solo il mio lavoro di giornalista – racconta – Abbiamo cominciato da un’inchiesta sull’erba ingiallita del parco comunale, scoprendo che durante i lavori vi erano stati tombati dei rifiuti speciali, e poi non abbiamo fatto altro che leggere carte e raccogliere fatti che erano sotto gli occhi di tutti”.
La decisione di sciogliere l’amministrazione è stata presa nella seduta del Consiglio dei ministri di ieri “al fine di consentire le operazioni di risanamento delle istituzioni locali, nelle quali sono state riscontrate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata…”. Ora le procedure prevedono la ratifica del Quirinale ma intanto la Prefettura di Milano ha reso noto “viste le caratteristiche di urgenza” di aver già sospeso gli organi amministrativi del Comune e di aver nominato una terna prefettizia che si occuperà della gestione della cosa pubblica fino alle prossime elezioni. Decade quindi l’attuale sindaco, eletto nel 2009 e indagato per corruzione aggravata nell’ambito dell’inchiesta sul voto di scambio che ha portato in carcere anche l’ex assessore regionale Domenico Zambetti (Pdl).
Secondo la Procura di Milano, infatti, il sindaco avrebbe piegato le sue funzioni agli interessi di due imprenditori legati alla ‘ndrangheta, ovvero Eugenio Costantino (legato al clan Di Grillo-Mancuso), proprietario di vari Compro Oro, e Silvio Marco Scalambra, titolare di alcune cooperative. Costantino e Scalambra sono anche parenti di due donne che sono state consigliere di maggioranza a Sedriano, Teresa Costantino e Silvia Fagnani. Entro la fine del mese dovrebbe arrivare la decisione del gup che stabilirà se rinviare a giudizio Celeste (che è stato per tre mesi agli arresti domiciliari), oppure se archiviare la sua posizione. Nelle scorse settimane intanto il pm della Dda di Milano, Alessandra Dolci, ha chiesto la misura della sorveglianza speciale per Celeste. Istanza da cui è emerso che al sindaco viene contestata anche l’aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta. (fonte Ansa)