Il verdetto è davvero pesante. La Commissione parlamentare che ha indagato sullo scandalo intercettazioni in Gran Bretagna ha definito Ruperth Murdoch «inadatto a guidare una compagnia internazionale», come News Corp, la società da lui fondata nel 1979, accusandolo di «aver voltato la testa e mostrato un’ostinata cecità rispetto a ciò che stava accadendo nelle sue aziende e nelle sue pubblicazioni». Un duro colpo alla credibilità del magnate dell’editoria, che ha risposto a stretto giro. Il rapporto è «ingiustificato e fortemente fazioso», ha affermato News Corporation in un comunicato; il riferimento è alla spaccatura creatasi in Commissione in sede di voto, con cinque laburisti e un socialdemocratico che hanno approvato la relazione, a fronte dei quattro conservatori che l’hanno bocciata. «Riconosco che per tutti noi, e per me in particolare, è difficile leggere molte delle conclusioni del rapporto. Ma la parte più impegnativa è ormai stata fatta, e cioé guardare in modo onesto e approfondito ai nostri errori passati», ha scritto Rupert Murdoch in una email inviata allo staff di tutti i quotidiani britannici.
L’approvazione del rapporto finale ha visto un vero e proprio scontro in seno alla Commissione Media, Cultura e Sport della Camera dei Comuni. A guidare il fronte anti-Murdoch è stato il ‘mastino’ laburista Tom Watson, che si è definito deluso dal ‘no’ opposto dai tories. «Queste persone hanno corrotto il nostro Paese. Hanno portato vergogna nella polizia e in Parlamento», ha tuonato Watson riferendosi ai vertici di News International, il braccio britannico dell’impero editoriale di Murdoch. In realtà, alcuni passaggi del documento hanno trovato ben più ampia maggioranza, come quello, approvato con nove sì e un solo no, in cui i commoner si definiscono “semplicemente attoniti” del fatto che Rupert e James Murdoch abbiano impiegato due anni e mezzo prima di ammettere che la linea della loro compagnia – secondo cui le intercettazioni erano dovute ad una sola ‘mela marcia’ – «non era corrispondente alla verità».
Luana Lo Masto