L’Inpgi ha reso noti i dettagli inerenti alle misure intraprese dal governo per tentare di mettere una pezza al dramma dei conti in rosso dell’ente di previdenza. Si tratta di iniziative assunte e approvate in commissione Bilancio della Camera dei deputati su input della delegazione del Partito democratico.
Resta confermato lo “scudo” anti-commissario che durerà fino alla fine del mese di giugno del prossimo anno. Almeno altri sei mesi, dunque, rimarranno in carica gli organi di governo dell’istituto nazionale della previdenza dei giornalisti.
Sono state inoltre introdotte fino alla fine dell’anno prossimo, a titolo di fiscalizzazione, l’onere, comprensivo delle quote di contribuzione figurativa accreditate, sostenuto dall’Inpgi per i trattamenti di cassa integrazione, solidarietà e disoccupazione erogati in favore degli iscritti, consentendo in sostanza il ristoro da parte dello Stato delle somme che pagherà l’Inpgi per far fronte agli ammortizzatori sociali della categoria.
Per le assunzioni, dal 1° gennaio 2021, vengono riconosciuti ai giornalisti gli incentivi statali finalizzati alla salvaguardia o all’incremento dell’occupazione riconosciuti in favore dei datori di lavoro per la generalità dei settori economici sotto forma di sgravi o esoneri contributivi.
Si stabilisce infine che l’Inpgi, a sostegno dell’efficacia degli interventi indicati nella norma e in sostanza per avviare un risanamento dei conti dell’istituto in deficit di oltre 250 milioni di euro, “adotta le ulteriori misure necessarie per il riequilibrio della gestione sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria da sottoporre alla vigilanza statale ai sensi del medesimo decreto legislativo”. Questo è il busillis che fa tremare gli iscritti. La prospettiva è quella di ulteriori tagli che rischiano di travolgere i contributi versati e immiserire, una volta di più, i trattamenti pensionistici erogati.
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