Grosso guaio a Montevideo, il Comites vota contro Gente d’Italia per il parere sui giornali e le voci italiane all’estero. Esplode la polemica e dall’Uruguay rimbalza, immediatamente, a Roma con un’importante interrogazione che il senatore del Partito democratico Fabio Porta, eletto proprio in Sudamerica, ha presentato per fare luce sull’accaduto. Intanto l’editore del quotidiano ha deciso, già da giorni, di denunciare tutti i componenti dell’organismo che, dopo 24 anni di onorata carriera (e di pareri favorevoli stabiliti sulla base di parametri oggettivi), ha negato l’ok al quotidiano degli italiani all’estero.
Un precedente pericolosissimo perché, come ha rivelato Gente d’Italia il Comites ha voluto dare una “botta” al quotidiano a causa della linea editoriale del giornale stesso.
In una nota, Porta ha spiegato le ragioni che l’hanno convinto a portare il caso sul tavolo del ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Di Maio. “La mia interrogazione si riferisce ad un gravissimo attacco alla libertà di stampa e, al tempo stesso, ad una delle poche testate in lingua italiana pubblicata all’estero da parte della maggioranza dei consiglieri del Comites di Montevideo. Una pesante interferenza che costituisce di per sé un evidente abuso di potere da parte di un organismo che dovrebbe semplicemente confermare l’esistenza dei criteri richiesti dalla legge per il sostegno dell’editoria”.
Ma non è tutto. Porta ha accusato. “Invece di attenersi a quanto prevede la legge e venendo meno al dovere di tutelare il vitale interesse delle nostre collettività di mantenere gli ormai pochi organi di informazione esistenti all’estero, il Comites di Montevideo (con il voto contrario delle liste di minoranza) ha così operato una vera e propria censura alla linea editoriale del quotidiano, con un testo che costituisce un avvertimento di stampo mafioso”. Dunque il senatore ha chiosato. “Il Ministero degli Esteri, attraverso l’Ambasciata ed il Consolato, non può avallare e legittimare tali comportamenti, e in questo senso la mia interrogazione chiede al ministro Di Maio di dare chiare e urgenti disposizioni ai rappresentanti diplomatico-consolari operanti in Uruguay affinché l’esercizio delle prerogative riconosciute agli organismi di rappresentanza locali, per la loro stessa efficacia, siano ricondotti rigorosamente nell’alveo delle leggi e della prassi amministrativa esistenti, superando prevenzioni di parte e scorie localistiche”.
Porta ha poi parlato apertamente di censura. “Non solo, per evitare che tali minacce censorie abbiano un effetto devastante sul diritto ad una informazione completa e plurale da parte dei nostri connazionali all’estero ho concluso la mia interrogazione chiedendo al ministro di fare in modo che nel percorso ulteriore della questione dei contributi pubblici a una testata in lingua italiana come Gente d’Italia, tra le più autorevoli tra quelle sopravvissute a livello mondiale, vi sia da parte degli organi preposti a tali decisioni una valutazione più legata all’obiettività dei fatti e dell’attività che realmente la testata svolge”.
Ma un caso, importante, riguarda personalmente Porta. Si tratta del caso dei presunti brogli che hanno portato alla revoca dell’elezione di Adriano Cario dopo la votazione del Senato. Gente d’Italia aveva avviato una campagna di stampa che era stata coronata dal successo di una raccolta firme, e secondo i giornalisti ora il Comites ha voluto rendere “pan per focaccia” al giornale diretto da Domenico Porpiglia. Un’ipotesi che fa rabbrividire lo stesso Porta.
“La vicenda personale che mi ha riguardato ha dimostrato come siano pericolosi e frequenti fenomeni malavitosi e atteggiamenti che minano l’esercizio della partecipazione democratica delle nostre comunità all’estero; non è ammissibile che anche la libertà di stampa e di espressione venga minacciata in questo modo, ancor più se ciò dovesse avvenire con l’eventuale compiacenza delle nostre autorità consolari”.
Ecco il testo dell’interrogazione del senatore Fabio Porta
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