Buone notizie per i cinefili web del Belpaese.
Interessanti novità arrivano dalla Svezia e portano il nome di Voddler LifeShelf, la piattaforma video che consentirà di scaricare e condividere file audio e video in via del tutto legale.
Il progetto nato nell’area scandinava è stato finanziato con 40 milioni di euro provenienti da grandi società quali Cipio Partners e Nokia Growth.
L’obiettivo? La view sharing, ovvero la condivisione, magica parola chiave che regola le dinamiche della gran parte delle applicazioni delle tecnologiche.
Ma come funziona in pratica questa nuova piattaforma? Innanzitutto l’idea si sviluppa attorno alla costruzione di una valida offerta di contenuti di qualità.
Agli utenti viene offerta la possibilità di consultare una fornita cineteca digitale, che ammonta a circa 5mila titoli, inclusi gli ultimi titoli in uscita, attraverso il servizio di Live Shelf.
Una volta scelto il film, si procede con l’upload della pellicola ed al pagamento del servizio.
Inoltre c’è anche la possibilità di creare un vero e proprio archivio filmico su cloud, attraverso la funzione Book Shelf.
Ma vediamo quali sono i costi.
Il prezzo da pagare per l’acquisto di un singolo film ammonta a 10 euro.
Diversamente, se si decide di affittarlo il costo si riduce ad un euro.
Ancora, se si entra a fare parte del gruppo di visione collettiva (per un massimo di dieci persone) allora si stabilisce il prezzo fisso di 5 euro al mese per il quale lo spettatore potrà vedere tutte le pellicole scelte e selezionate dal gruppo.
Una percentuale del 30% delle quote è destinata al produttore, ovvero la cifra pagata dagli utenti per i costi dei diritti cinematografici.
In tal modo “non si fa torto neanche alle major cinematografiche che possono così ricavare introiti dalla proiezione delle proprie pellicole anche all’interno dei temuti circuiti della rete”, ricorda Marcus Backlund, l’amministratore delegato di Voddler.
Lo stesso Backlund è in grado di fare un bilancio del progetto che ad oggi conta 1,2 milioni di utenti.
Con 18 milioni di video condivisi dal 2011, i ricavi ammontano a circa 2,3 milioni di euro, risultati che possono e devono essere migliorati in vista di un espansione territoriale e dei servizi, ribadisce l’ad.
Se l’alternativa “politically correct” a Megaupload avrà seguito anche in Italia, resta ancora tutto da vedere.
Intanto la corsa per i posti in prima fila è appena cominciata.
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