Nove canali nazionali (tre RAI, tre Mediaset, due Telecom e Rete A), qualche rete minore e numerose emittenti locali, alcune di buona qualità altre meno. È questa la tv analogica che tutti conosciamo e che ogni italiano guarda, in media, per quasi 4 ore al giorno. Questo panorama, nel giro di alcuni mesi, è destinato a trasformarsi completamente. Già oggi i sei milioni di famiglie abitualmente utilizzatori del digitale terrestre possono accedere a ventotto canali nazionali (una moltiplicazione per tre). Rai4, i programmi per bambini RAI Gulp e Boing, la rete di cinema Iris, la nuova Rai Sport Più, Sport Italia ma anche Repubblica TV sono solo alcuni degli esempi più significativi dei canali gratuiti offerti in esclusiva sul digitale terrestre già oggi accessibili da parte di tutti gli utenti. A questa si affianca l’offerta pay costruita da Mediaset e da Telecom Italia Media.
Grazie alla cessione del 40%, l’offerta è destinata ad aumentare raggiungendo decine di canali nazionali generalisti e non, di operatori tradizionali e non, che innoveranno profondamente il concetto della tv generalista, quella tv a cui siamo abituati tutti nella nostra fruizione quotidiana, che si sta evolvendo e si evolverà profondamente dando nuove opportunità di scelta, in Italia come in Europa, a tutti gli utenti televisivi.
Già la legge istitutiva del digitale terrestre approvata nel 2001 (la n.66) stabiliva, tra i propri principi, che i tradizionali soggetti cedessero il 40% dei propri spazi trasmissivi a soggetti indipendenti. Ebbene, l’Autorità dopo un’applicazione iniziale di tale normativa ha stabilito le regole per una vera e propria gara su progetti editoriali. Neanche un mese fa le domande pervenute all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sono state 25 da parte di 18 diverse imprese, soprattutto di livello internazionale come Disney, Universal, la svedese Airplus, ESPN, Turner; l’inglese Top Up Tv, e l’americana Qvc. Ma vi sono inoltre anche alcuni editori di TV locale come Telelombardia e Antenna 3 Nord Est nonchè altri editori nazionali come Sitcom, Class Editori, Coming Soon, Sat 2000.
“La televisione italiana che si è intrattenuta in una sorta di guerra dei trent’anni sul livello di pluralismo e del numero dei soggetti operanti ha intrapreso una nuova strada che metterà, sul piano della numerosità delle offerte e della loro capacità di vincere dal punto di vista dell’utilizzo e del gradimento da parte degli utenti, la propria cifra distintiva”, ha affermato il Sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani.
Fabiana Cammarano
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