«Il Tg1 è in rotta. Non si può più parlare di crisi d’ascolto, bensì di tracollo. La direzione non può ritenersi né estranea né incolpevole». Lo afferma il senatore del Pd Vincenzo Vita della commissione di Vigilanza. «I dati sono il manifesto del definitivo disastro di quella che fu la più importante testata della televisione italiana – prosegue Vita -. E’ evidente che così la Rai non può andare avanti. Non c’entra più niente la discussione politica. Si tratta di prendere atto di ciò che è accaduto e di intervenire sul problema della direzione».
Sulla stessa linea il comunicato diffuso dal Cdr del Tg1 sul crollo degli ascolti dell’edizione delle 20 di ieri: «E’ il punto più basso nella storia del tg1 ed è un delitto annunciato. Nell’edizione delle 20 di ieri il Tg1 ha segnato il nuovo record negativo del 16,07% contro il 20,39% del Tg5. Nessuno si nasconde il problema del traino, la rete ci ha lasciato al 9 per cento, ma il problema che il Cdr denuncia da sempre – inascoltato – è che ormai la principale edizione del principale tg pubblico si è attestata appena sopra il 20 per cento». «Da tempo – continua il comunicato – il Cdr ha detto basta, è ora che l’azienda ci ascolti e non nasconda più la testa sotto la sabbia. Quella del Tg1 è una emergenza dovuta certo a una linea politica, più che editoriale, faziosa e schierata, impressa dal direttore Minzolini che ha fatto perdere al nostro Tg1 una credibilità che deve essere assolutamente recuperata. così come devono essere recuperate professionalità importanti messe ai margini. e ancora: denunciamo i ritardi colpevoli nel rinnovamento dei mezzi tecnici e produttivi. L’azienda non si nasconda dietro un temporeggiare che significa solo sperperare soldi pubblici e mettere a rischio posti di lavoro in un momento di crisi».
A difendere la testata solo il consigliere di amministrazione Rai, Antonio Verro, che afferma: «Le polemiche relative al TG1 sono del tutto strumentali e frutto di mere logiche politiche. Agli occhi più attenti non è sfuggito che il calo di ascolti dell’edizione serale del telegiornale è stato causato esclusivamente dai bassissimi ascolti del programma che l’ha preceduto. In altre aziende televisive, oltre alle scuse del caso, ci sarebbero stati anche i complimenti per un Direttore e una redazione che hanno comunque risollevato gli ascolti pur partendo da una situazione tanto svantaggiata. Ma sappiamo bene, purtroppo, che la politica e chi gli fa eco spesso non ragionano guardando i dati e i numeri».
Massimo De Bellis
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