Vanno bene le modifiche introdotte dal governo al Testo Unico dei servizi di media audiovisivi tese a recepire i rilievi della Commissione europea in materia di tutela dei minori, però non è del tutto fugato il rischio che possa essere aggirato il no a trasmettere prima delle 23,00 e dopo le ore 7,00 film vietati ai minori di anni 14, che costituiva uno dei punti di rafforzamento della precedente normativa a tutela dei minori. Lo rileva il Consiglio Nazionale degli utenti.
In una riunione di oggi il CNU ha accolto positivamente le disposizioni riguardanti il divieto assoluto per le trasmissioni televisive che “possono nuocere gravemente” allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori, salve le previsioni applicabili unicamente ai servizi a richiesta e inoltre valuta con favore che la trasmissione di contenuti inadatti ai minori venga identificata mediante una chiara segnaletica durante l’intera durata secondo quanto previsto dalla direttive europea. Detto questo, però, “al contempo, il CNU non condivide l’enfasi secondo cui questo decreto introdurrebbe norme più severe a tutela dei minori nella programmazione televisiva. Al contrario manifesta seria preoccupazione per l’ambiguità di una norma che potrebbe prestarsi a interpretazioni lassiste con ricadute negative per i giovani telespettatori”.
“L’art. 34, comma 2 stabilisce che i programmi che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori e film vietati ai minori di anni 14 possano essere trasmessi anche in orario diurno in presenza di accorgimenti tecnici che escludano che i minori che si trovano nell’area di diffusione vedano o ascoltino normalmente tali programmi”. Per il CNU, qualora si ritenesse l’attuale cosiddetto ‘controllo parentale’ rispondente a tali requisiti, “si consentirebbe praticamente l’aggiramento del divieto di tali trasmissioni prima delle 23,00 e dopo le ore 7,00 e si verrebbe così a determinare un quasi completo svuotamento del divieto alla trasmissione di film vietati ai minori di anni 14, che costituiva uno dei punti di rafforzamento della precedente normativa a tutela dei minori”.
Secondo il Consiglio nazionale degli utenti televisivi, “gli accorgimenti tecnici dovrebbero essere idonei ed effettivamente in grado di escludere che i minori accedano a programmi nocivi, ma in realtà il controllo parentale attualmente implementato in Italia, peraltro non operativo come default ma solo su iniziativa dell’utente, non garantisce in alcun modo l’esclusione dei minori dai programmi nocivi come invece prescritto dalla direttiva europea”.
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