Con due circolari
recentemente inviate agli Ispettorati territoriali,
la DGPGSR
del Ministero delle comunicazioni ha chiarito taluni aspetti relativi alla
modifica degli impianti censiti ai sensi della legge 223/90 e alle interferenze
subite dagli impianti televisivi analogici ad opera degli impianti digitali in
tecnica DVB.
Sul primo aspetto,
la DGPGSR
rileva che le modifiche che non richiedono alcuna autorizzazione, ma per le
quali occorre una semplice comunicazione agli Ispettorati territoriali
competenti, sono:
– la dismissione degli impianti di radiodiffusione o collegamento;
– la riduzione di potenza degli apparati;
– la sostituzione del trasmettitore o del sistema radiante con equipaggiature
equivalenti di stesse caratteristiche, anche se di marca diversa;
– la modifica della frequenza di ricezione degli impianti di radiodiffusione o
di collegamento con altra legittimamente esercita;
– l’allocazione del sistema radiante in altra posizione viciniora, a
condizione che venga mantenuto inalterato il valore assoluto della quota del
centro del sistema radiante, non mutino le coordinate geografiche del sito
trasmissivo e non si alteri la panoramica irradiativa dalla nuova posizione, al
punto tale da dar luogo ad ampliamenti o estraneazioni della copertura
originaria. Sul tema delle interferenze subite da impianti analogici da parte di
impianti DVB, dopo una serie di premesse di carattere generale,
la DGPGSR
rileva che, lo spostamento della data di switch off delle trasmissioni
televisive analogiche dalla data del 2006 originariamente prevista al 2012,
comporta una permanenza del servizio analogico tale da doverne assicurare la
piena protezione. Le nuove emissioni televisive digitali (in tecnica DVB-T o
DVB-H), derivanti dalla digitalizzazione di preesistenti impianti analogici,
possono essere effettuate a patto di non alterare l’equilibrio radioelettrico
consolidato ovvero di non danneggiare le altre legittime emissioni in tecnica
analogica e, quindi, eventualmente con riduzioni di potenza maggiori di quella
minima prevista. La circolare ministeriale conclude che, nella trattazione di
situazioni interferenziali in cui la conversione di impianti alla tecnica
digitale produce interferenze ad altri impianti che continuano a essere
legittimamente eserciti in tecnica analogica, sono questi ultimi che vanno
considerati come interferiti, mentre i primi sono da ritenersi interferenti.
Pertanto saranno gli impianti convertiti alla tecnica digitale quelli su cui
occorrerà apportare le opportune modifiche tali da garantire i dovuti rapporti
di protezione, ripristinando il preesistente equilibrio radioelettrico.