Facciamo seguito alle nostra circolare n. 22/2017 e 24/2017 in relazione al credito d’imposta introdotto dalla legge 21 giugno 2017, n. 96 che ha convertito il decreto legge 24 aprile 2017, n. 50.
L’articolo 4 del decreto legge 16 ottobre 2017, n. 148 ha modificato la previgente disciplina, come introdotta dalla citata legge 21 giugno 2017, n. 96.
In particolare è previsto che, in sede di prima applicazione della norma, il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti incrementali effettuati nel periodo che va dal 24 giugno 2017 al 31 dicembre 2017 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. In altri termini, vanno rapportati due ratei di anno. La norma sembra pensata per risolvere il problema della tamburellante campagna della Fieg effettuata negli ultimi mesi per gli investimenti effettuati nel 2017, nonostante la norma originaria facesse chiaramente riferimento al 2018. Per il solo 2017, il credito d’imposta è riconosciuto esclusivamente per gli investimenti effettuati sulla stampa quotidiana e periodica, anche on line, che eccedano di almeno l’un per cento quelli effettuati nel periodo precedente.
La dotazione per il 2017 è di 20 milioni di euro e viene stanziata effettuando una corrispondente riduzione del fondo per il pluralismo attingendo le risorse alla quota di competenza del Dipartimento informazione ed editoria.
Per l’anno 2018, la dotazione complessiva per questa misura è pari a 62,5 mni di euro e viene effettuata sempre con una riduzione del fondo per il pluralismo, utilizzando per 12,5 mni di euro la quota di competenza del Ministero per lo sviluppo economico e per la restante parte quella di competenza del Dipartimento informazione editoria, che vede così, praticamente dimezzarsi la propria dotazione.
Le modalità di richiesta e di fruizione di detto credito d’imposta sono rimandate ad un Regolamento che dovrebbe essere emanato a giorni.
Segnaliamo che il mercato pubblicitario in Italia vale nel complesso oltre 6 mdi di euro, mentre lo stanziamento previsto andrebbe a coprire per il 2017 maggiori investimenti per circa 27 mni di euro, ridotti a 20 mni di euro nell’ipotesi di investimenti effettuati da microimprese. Detto dato diventerebbe di circa 84 mni di euro, ridotti a circa 69 mni di euro nell’ipotesi di investimenti effettuati da microimprese. Ciò significa che con ogni probabilità lo stanziamento non sarà in grado di coprire il fabbisogno anche tenendo conto delle dinamiche in atto sul mercato della pubblicità sui mezzi di comunicazione che indicano un trend in rialzo dopo la crisi degli ultimi anni.
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