Egregio Editore,
con la presente, La informiamo che nella seduta del 3 agosto scorso la Camera dei Deputati ha definitivamente approvato il disegno di legge recante “Conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale”.
L’art. 20 della nuova legge interviene in materia di contributi all’editoria.
Il testo dell’art. 20, rubricato “Presidenza del Consiglio dei Ministri” è il seguente:
1. L’autorizzazione di spesa di cui alla legge 25 febbraio 1987, n. 67, come determinata dalla tabella C della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è ridotta di un milione di euro per l’anno 2006 e di cinquanta milioni di euro a decorrere dall’anno 2007.
2. In relazione a quanto disposto dal comma 1, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sono rideterminati i contributi e le provvidenze per l’editoria di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.
3. La dotazione relativa all’autorizzazione di spesa di cui all’art. 1 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, come determinata dalla tabella C della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è ridotta di 39 milioni di euro per l’anno 2006.
3-bis. All’articolo 3 , comma 2-ter, secondo periodo, della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, le parole: “gli stessi contributi” sono sostituite dalle seguenti: “a decorrere dal primo gennaio 2002 i contributi di cui ai commi 8 ed 11”.
3. ter. Il requisito della rappresentanza parlamentare indicato nella linea dell’art. 3, comma 10, della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, non è richiesto per le imprese editrici di quotidiani o periodici che risultano essere giornali organi di partiti o movimenti politici che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano già maturato il diritto ai contributi di cui al medesimo comma 10”.
Il primo comma riduce di 1 milione di euro nel 2006 e di 50 milioni di euro a decorrere dal 2007 lo stanziamento per le provvidenze all’editoria previsto dalla tabella C della legge n. 266/2005 (finanziaria 2006), che stanziava un fondo complessivo per i contributi e le provvidenze di natura diretta e indiretta, nonché per le riduzioni e agevolazioni tariffarie del settore dell’editoria, 417.480 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2006-2008. Il Decreto legge in oggetto pertanto riduce lo stanziamento a 416.480 milioni di euro per il 2006 e a 367.480 milioni di euro per il 2007 e per il 2008;
Il secondo comma prevede che sarà un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri a rideterminare i contributi e le provvidenze per l’editoria di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250”. Le provvidenze previste dalla legge n. 250/1990 riguardano: a) giornali editi o controllati da cooperative, fondazioni o enti morali; quotidiani di minoranze linguistiche; quotidiani e periodici italiani diffusi all’estero; b) giornali organi di forze politiche. In relazione al rapporto tra il primo e secondo comma la scrittura della norma sembra poco lineare perché mentre il primo comma fa un riferimento generale all’intero stanziamento, il secondo comma si riferisce esclusivamente ai contributi diretti. A nostro avviso, il secondo comma, non prevedendo limiti della delega attribuita al Governo, assume l’unica funzione di attribuire al Governo le competenze, in sede di erogazione, di effettuare eventuali riduzioni di pagamento, la cui ragione, comunque, dovrà essere proporzionale all’intero fondo.
Il terzo comma prevede che 39 milioni di euro (ricordiamo che il taglio iniziale previsto dal decreto Bersani era pari ad 89 milioni di euro) vengano stornati dal fondo a favore della protezione civile per calamità naturali.
Il comma 3-bis ripristina, per i soli quattro quotidiani in lingua italiana editi e diffusi all’estero (America Oggi, Il Corriere Canadese, La Voce di Caracas ed Il Globo di Australia), il meccanismo – previsto dal comma 11 dell’articolo 3 della legge n. 250/1990 e cancellato dalla finanziaria 2006 – dell’integrazione del contributo statale calcolato secondo i parametri di cui al comma 8 della stessa legge; tradotto in italiano significa che con norma retroattiva viene introdotto il raddoppio dei contributi per questi quattro giornali.
Il comma 3-ter prevede che alle imprese editrici di giornali o organi di partiti o movimenti politici che abbiano già maturato, alla data del 31 dicembre 2005, il diritto ai contributi della legge n. 250/1990, non è richiesto il requisito della rappresentanza parlamentare (proprio gruppo parlamentare in una delle Camere in Italia o nel Parlamento europeo avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano) per continuare ad avere accesso ai suddetti contributi. Tradotto sempre in italiano attesa la lista unica presentata dall’Unione, L’Unità ed Europa avevano perso il riferimento parlamentare in quanto né i Democratici di sinistra né la Margherita avevano presentato in occasione delle ultime consultazioni parlamentari proprie liste. Da una prima lettura della norma, la stessa appare strutturalmente molto debole e, a parte profili di dubbia costituzionalità (in quanto rischia di creare situazioni di squilibrio a favore di movimenti politici aventi un organo di stampa ad una determinata data, con evidenti ripercussioni in termini di pluralismo politico), pare possa aprire nuovi canali di accesso al contributo.
Nel complesso pare che il decreto Bersani abbia introdotto un importante taglio al fondo, incrementando, però, l’onere complessivo sia sotto il profilo soggettivo (organi di partito) che sotto il profilo oggettivo (raddoppio dei contributi a favore di quattro giornali, preidentificati).
L’incongruenza di fondo del provvedimento determina l’aspettativa di ulteriori interventi a breve (ci riferiamo, in particolare, alla finanziaria 2007).
In questa prospettiva, ricordiamo che la Camera, in sede di approvazione del decreto di conversione con un ordine del giorno (che, comunque, non produce alcun effetto giuridico), ha impegnato il Governo a “valutare l’opportunità di prevedere, nell’ambito della prossima manovra di bilancio, lo stanziamento dei fondi necessari alla copertura del fabbisogno di spesa dei contributi diretti previsti dalla legge 7 agosto 1990, n. 250”; inoltre, la Camera ha impegnato il Governo a “definire, nello stesso tempo, nuovi e più rigorosi criteri di accesso alle provvidenze previste dalla legge 7 agosto 1990, n. 250”; infine, in relazione all’applicazione, improvvisa della media in luogo dei costi di riferimento dei singoli esercizi, la Camera ha impegnato il Governo “ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere misure idonee a consentire alle imprese il recupero degli importi decurtati nel 2006 per effetto di una applicazione di criteri di calcolo difformi rispetto alla legislazione vigente, non imputabile, in alcun modo, alle imprese stesse”.
Vi ricordiamo che il nostro studio sarà chiuso da lunedì 7 agosto a venerdì 25 agosto p.v.
Con i migliori saluti ed auguri di buone ferie.