“Il Cda dell’Inpgi è pronto ad adottare alcune misure eque e socialmente sostenibili volte al riequilibrio dei conti se, unitamente, in un percorso condiviso, il Governo adotterà misure strutturali per la salvaguardia dell’Inpgi. La strada per salvare le pensioni e l’autonomia dei giornalisti italiani non può che passare dall’anticipo della misura contenuta nell’art 16 quinquies del DL 34/2019 (Decreto crescita) che prevede, dal 2023, il passaggio all’Inpgi di quanti lavorano a vario titolo nell’ambito dell’informazione e della comunicazione”. Così in una nota, i consiglieri della maggioranza Inpgi, Domenico Affinito, Ida Baldi, Giuseppe Gulletta, Massimo Marciano, Giuseppe Marzano, Claudio Scarinzi e Massimo Zennaro hanno presentato il loro piano, che si svolge in cinque punti, per raggiungere il risanamento dell’Inpgi.
I consiglieri hanno spiegato: ” Come maggioranza lo abbiamo sempre sostenuto, dati alla mano: perché è la soluzione che meglio fotografa l’andamento della nostra professione (che ha visto diversi colleghi «migrare» dal settore giornalistico a quello contiguo della comunicazione) e perché è l’unica misura strutturale che può controbilanciare la perdita dei rapporti di lavoro e lo squilibrio dell’ente (che oggi conta circa 14 mila attivi e 10 mila pensionati)”.
E ancora: “Lo stesso Decreto crescita (così come il Dlgs 509 del 1994 che ha privatizzato l’Inpgi) ci impone anche di adottare provvedimenti che assicurino l’equilibrio di bilancio. Un obiettivo non raggiunto, nonostante importanti riforme approvate negli anni, a causa di una crisi di settore senza precedenti. Al fine di scongiurare il commissariamento dell’Ente, con le inevitabili ricadute negative sul nostro welfare, riteniamo necessario impegnarci a sostenere il processo di allargamento della platea degli iscritti con interventi presi in autonomia dal Cda. Misure eque e socialmente sostenibili che solo unitamente all’azione di governo, potranno scongiurare tagli lineari, dolorosi e inutili”.
Quindi il piano: ” l’introduzione per 5 anni di un contributo straordinario, pari all’1%, a carico dei giornalisti attivi (nella formula di una maggiore contribuzione previdenziale) e pensionati; la rimodulazione del limite di reddito cumulabile con la pensione, adottando la soglia di 5.000 euro annui; la sospensione delle prestazioni facoltative (superinvalidità, case di riposo, sussidi); l’introduzione di abbattimenti percentuali per le pensioni di anzianità liquidate con requisiti inferiori a quelli stabiliti dalla legge Fornero nella misura di 0,25% al mese. Ad esclusione di quanti rientrano nella legge 416; la riduzione dei costi di struttura in misura pari almeno al 5% e per quanto riguarda i costi degli Organi collegiali, del 10%”.
Infine l’appello: “A questo punto chiediamo che tutti i soggetti in campo facciano la propria parte, a partire dal Governo con il quale è in corso un tavolo di confronto”.
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