I governi di numerose città cinesi stanno cercando di rimettere in funzione i loro siti web attaccati dal gruppo di hacker Anonymous. Lo ha rivelato la stampa di Hong Kong. In un messaggio diffuso su Twitter, che in Cina è bloccato ma è accessibile attraverso i Virtual private network (Vpn), Anonymous China ha annunciato di aver violato otto siti web legati al governo di Pechino, facendo comparire al loro posto sugli schermi la scritta: «Per tutti questi anni, il governo comunista cinese ha imposto al suo popolo leggi ingiuste. Sappiate che non siete infallibili. Oggi vengono violati i vostri siti web, domani sarà il vostro vile regime a cadere».
I siti colpiti appartengono a uffici governativi di otto province, e tutti hanno nel loro indirizzo l’indicazione ‘gov.cn’. Quello di Anonymous è l’attacco più massiccio finora subito dal governo di Pechino, secondo il South China Morning Post. In giugno un forte attacco informatico contro siti legati al governo cinese era stato condotto da hacker vietnamiti, in un momento di accesa polemica tra Hanoi e Pechino sul Mar della Cina meridionale. Anonymous ha recentemente attaccato siti di numerose organizzazioni, compresa la Cia, in difesa della libertà di navigazione su internet.