Non si spenga la voce dell’Unita’. Dal mondo della politica e dalla rete si moltiplicano gli appelli per dare un futuro al quotidiano fondato da Antonio Gramsci, dopo lo stop alle pubblicazioni annunciato dall’editrice Nie, in liquidazione, dal primo agosto. Domani, ultimo giorno in edicola, il cdr annuncera’ le prossime iniziative di lotta. Ma intanto incassa l’incontro “positivo” con i vertici del Pd: il vicesegretario Lorenzo Guerini, il presidente Matteo Orfini e il tesoriere Francesco Bonifazi assicurano che stanno lavorando perche’ il quotidiano non chiuda e che sono gia’ arrivate dimostrazioni di interesse. Alla vigilia della sospensione delle pubblicazioni e della cassa integrazione per tutti i dipendenti, si apre dunque uno spiraglio nella tormentata vicenda del giornale: il comitato di redazione – che oggi aveva rinnovato il suo appello al premier Renzi – fa sapere che lo stato maggiore del Partito democratico si impegna a valutare proposte che prevedano il rilancio del progetto editoriale e la tutela del corpo redazionale. Tante le testimonianze di solidarieta’ che si stringono in queste ore attorno all’Unita’. “Ogni voce che si spegne nel panorama dell’informazione italiana deve essere motivo di preoccupazione per lo stato di salute del nostro pluralismo”, scrive la presidente della Camera, Lauda Boldrini, in una lettera ai giornalisti, ricordando il suo legame con il giornale che ha spesso ospitato i suoi interventi quando lavorava per le Nazioni Unite. Anche Roberta Pinotti, ministro della Difesa, sta con l’Unita’, giornale che “mi ha fatto pensare – sottolinea -, crescere, maturare idee”. “Una ricchezza per la sinistra, un luogo di informazione seria, di discussione e di confronto, uno strumento di esplorazione del nuovo. Senza, siamo tutti piu’ poveri. E allora abbiamo il dovere di farci una sola domanda: come sara’ l’Unita’?”, rilancia Walter Veltroni, ex direttore del quotidiano, in un articolo che uscira’ domani sul ‘numero di chiusura’. La crisi “sara’ superata”, e’ il messaggio ottimista lanciato da numerosi senatori del Pd, da Valeria Fedeli a Luigi Zanda e Sergio Zavoli, che si rivolgono “a tutte le forze politiche, affinche’ si mobilitino per proposte da sottoporre a Tribunale e creditori: salviamo il giornale, insieme possiamo farcela perche’ questa vicenda non e’ ancora chiusa definitivamente”. Appelli arrivano anche da Sel, Led, da Ordine dei giornalisti del Lazio e Stampa Romana. Mentre la notizia della chiusura finisce anche sull’Osservatore romano, il tam tam rimbalza sulla rete: sono migliaia le firme raccolte in poche ore sulla piattaforma change.org per chiedere che L’Unita’ resti in edicola e sul web: lanciata da un gruppo di giornalisti, da Stefano Corradino a Giuseppe Giulietti a Vincenzo Vita, la petizione fa appello a direttori e colleghi di tutti i media affinche’ continuino a ospitare giornalisti del quotidiano. “Non ci arrendiamo”, ribadisce il cdr. “I lavoratori e le lavoratrici dell’Unita’ faranno tutto cio’ che e’ in loro potere affinche’ il giornale fondato da Antonio Gramsci non scompaia”.