Anche l’altro big dell’editoria, Rcs (che pubblica il Corriere della Sera), continua a soffrire la crisi. Le perdite generate dalla controllata spagnola Unidad Editorial hanno già costretto nel 2013 la società a un aumento di capitale da 400 milioni, mentre un’altra tranche da 200 milioni è in programma entro il 2015. I giornalisti, inoltre, sono sul piede di guerra dopo aver dovuto «digerire» la cessione della sede storica di via Solferino al fondo Blackstone. Al Corriere non è stata gradita la decisione dell’azienda di aumentare il prezzo di vendita a 1,40 euro in un momento difficile per la carta stampata. Alla Gazzetta dello Sport c’è un gran fermento: sono in arrivo 19 prepensionamenti e per gli altri a breve partirà la cassa integrazione a rotazione, mentre sarà chiusa la redazione Campania e tagliate le collaborazioni. Al tempo stesso i dipendenti della «rosea» sono contrarissimi alla partenza di un sito di scommesse legato al brand del quotidiano. Oggi, inoltre, è in programma un incontro tra l’azienda e i giornalisti dei periodici. Lo stato di crisi con cassa integrazione sta per chiudersi: alcune testate sono state chiuse o dismesse, altre potrebbero esserlo. Per il settimanale Il Mondo (10 redattori) è probabile un accorpamento con il Corriere Economia. Nei primi nove mesi del 2013 Rcs ha perso 175 milioni di euro. Corriere e Gazzetta, restano in sostanziale equilibrio economico, ma tutto il resto continua a dare problemi. Per l’ad Jovane le alternative non sono molte: o convince gli azionisti a mettere mano al portafogli (Fiat è salita al 20%, tra gli altri ci sono Mediobanca, Diego Della Valle e Intesa) oppure apre un tavolo di discussione con i soci «dissenzienti». A ogni uscita pubblica Mister Tod’s, infatti, critica la gestione all’insegna del duo Elkann-Bazoli.