Il Giornale del Popolo chiude, il quotidiano svizzero cattolico non sarà più in edicola dopo 92 anni di attività. A seguito delle vicissitudini di Publicitas Ag – in liquidation – Opfikon , recentemente rese note dai mezzi di comunicazione, – si legge nella nota della Diocesi – la situazione venutasi a creare per il Giornale del Popolo, sostenuto per una parte determinante dai proventi pubblicitari raccolti dalla medesima e ora venuta a mancare, ha posto l’editore amministratore unico della società editrice del giornale del Popolo SA, di fronte alla necessità del deposito dei bilanci presso la pretura di Lugano avvenuta in data odierna. Tale provvedimento – si legge ancora nel comunicato – provocherà la cessazione della pubblicazione del quotidiano a partire da sabato 19 maggio 2018. Il quotidiano elvetico è di proprietà della Diocesi di Lugano con un importante partecipazione del Corriere del Ticino. In questo momento difficile – si spiega nella nota – il Vescovo ha manifestato a tutte le collaboratrici e collaboratori chiamati ad affrontare una situazione di grande fatica , la sua profonda gratitudine per l’impegno generoso e perseverante profuso in tre anni . Siamo allo studio di modalità per rendere possibilmente meno gravosa le conseguenze di questa forzata chiusura. Una nuova chiusura informativa , sarà indetta per tutte le collaboratrici e collaboratori del Giornale del Popolo, quando ci saranno elementi certi sulla nuova questione .“Se qualcuno vuole bene al Giornale del Popolo – spiega la direttrice del giornale Alessandra Zumthor in un appello alla radio svizzera italiana – è il momento di farsi vivi con me e con la redazione . Abbiamo delle idee ma ci serve un sostegno finanziario”, sottolineando che non è previsto al momento alcun piano sociale per i dipendenti . “Il motivo della chiusura dopo 92 anni di attività è stato soprattutto il fallimento della Pubblicitas – ha aggiunto la direttrice – l’agenzia di raccolta pubblicitaria che ha dichiarato fallimento nelle scorse settimane e la mancanza dei proventi pubblicitari raccolti dalla società , che fornivano alla società stessa 400 mila franchi a fronte di un budget di 4,6 milioni”. “Abbiamo annunciato la decisione più dura ma il nostro bilancio non era più sostenibile – ha dichiarato Il Vescono della Diocesi Valerio Lazzeri , editore del Giornale del Popolo.“Abbiamo dovuto per legge depositare i bilanci. Speranze per il futuro ? La speranza è l’ultima a morire ma ora è prematuro dare indicazioni in questo senso. Dobbiamo sottolineare che lo spirito che ha animato il Giornale del Popolo non chiude: resterà nei nostri cuori , così come la volontà di far sentire la voce della chiesa cattolica del dibattito pubblico”. Circa la sorte della trentina dei dipendenti del giornale l’editore mantiene il riserbo e fa sapere che “per ora non possiamo dire niente”. “ Questa mattina ho trovato – conclude Lazzeri – una redazione certamente addolorata ma capace di comprendere una situazione che nessuno di noi avrebbe voluto vivere ma ci troviamo ad affrontare insieme” . La direttrice Alessandra Zumthor ha poi spiegato che si è cercato di trovare delle vie alternative, senza raggiungere risultati . Il partito democratico ha espresso solidarietà per la chiusura del giornale e vicinanza ai giornalisti e collaboratori “nonché a quanti hanno creduto e lavorato per GDP”. I vertici del partito hanno denunciato “un nuovo impoverimento del panorama mediatico ticinese e svizzero” e augurato alla redazione una prossima riapertura.
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