Addio al Corriere di Como. Il giornale lariano non andrà più in stampa. Oggi sarà l’ultima volta in edicola del quotidiano comasco, edito come dorso del Corriere della Sera. La lunga corsa del giornale è finita. Si è scontrata contro una crisi infinita e l’ipotesi di rilancio avviata nel 2018 si sarebbe infranta appena un anno dopo. Contro la pandemia e i gravissimi problemi che ha comportato a tutto il settore editoriale. Si tratta di un’altra, l’ennesima, voce del territorio in meno. Un fatto preoccupante perché è proprio dalle comunità che si forgia il pluralismo, principio cardine e costituzionale tutelato direttamente dalla Costituzione.
La notizia si è diffusa nel fine settimana. Un comunicato dei giornalisti ha suonato il “de profundis” per l’ennesima testata che chiude i battenti. “Purtroppo si è giunti all’attuale realtà dopo anni di sacrifici da parte dei lavoratori (giornalisti e poligrafici) che per il bene del giornale hanno accettato riduzioni di stipendio, taglio dell’anzianità e pagamento con estremo ritardo”, hanno riferito in una nota. In cui emergono aspetti inquietanti che, purtroppo, non scandalizzano nemmeno più gli addetti ai lavori. I lavoratori, infatti, hanno svelato di trovarsi al freddo perché i fornitori non erano stati pagato.
Il Corriere di Como è nato nel 1997, sotto la direzione di Adolfo Casarini tra le firme comasche de “La Notte”. Dal 2000 la direzione era stata affidata a Mario Rapisarda. L’editore una cooperativa formata da otto giornalisti. Da più di vent’anni la testata usciva regolarmente come dorso locale abbinato al Corriere della Sera. La crisi aveva costretto a un primo intervento nel 2018 ma a stroncare definitivamente le potenzialità del quotidiano lombardo è stata la crisi sopraggiunta con la pandemia Covid.