Editoria

Che fine ha fatto il credito d’imposta sulla carta?

Molti editori si chiedevano che fine aveva fatto il credito d’imposta sulla carta previsto dall’articolo 188 del decreto-legge 19 maggio 2014, n. 34. Infatti, in piena pandemia, il Parlamento aveva introdotto un contributo, prima dell’otto per cento e poi del dieci per cento, sul costo sostenuto dalle imprese editrici di quotidiani per l’acquisto di carta nel 2019. Ma di questa misura si era persa notizia.

Il 4 gennaio del 2021 il Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato che è stata avviata la procedura di notifica alla Commissione Europea per verificare la compatibilità di questa misura con le norme dell’Unione in materia di aiuti di Stato. Questo significa che bisognerà aspettare gli esiti dell’attività istruttoria da parte della Commissione Europea per dare piena attuazione alla norma.

Nelle more, il Dipartimento ha informato che sta predisponendo una circolare circa le modalità applicative e le procedure di accesso a questo tipo di contributo. Il notevole lasso di tempo intercorso tra l’approvazione della norma e il perfezionamento dell’attività istruttoria chiaramente impedirà alle imprese editrici di iscrivere il contributo tra le componenti attive del bilancio 2020, chiaramente uno dei principali obiettivi di questa misura.

C’è da dire che tutto sarebbe stato più semplice se si fosse deciso di assoggettare questa misura al regime de minimis evitando di ricorrere alla procedura di notifica all’Unione Europea. Ma questa decisione non avrebbe soddisfatto le esigenze dei grandi editori in quanto avrebbero trovato nello stesso regime de minimis un limite significativo rispetto al contributo teoricamente spettante. Ma il vero punto è che queste misure hanno senso se immediatamente operative, attese le enormi difficoltà economiche e finanziarie delle imprese editrici di giornali.

Enzo Ghionni

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