«Ridimensionati leggermente i tagli del governo all’editoria: un primissimo risultato della iniziativa di questi mesi che però non basta assolutamente». E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito ai provvedimenti contenuti nel maxiemendamento del Governo alla legge di stabilità. Secondo il dirigente sindacale «le testate che sarebbero comunque sopravvissute lo faranno un po’ meglio, ma chi avrebbe dovuto chiudere ha ancora davanti questo destino. Gran parte delle attuali 450mila copie spariranno nel corso del 2012 mentre 4mila lavoratori poligrafici e giornalisti finiranno in cassa integrazione o se precari perderanno direttamente il lavoro. Si creeranno ripercussioni nelle aziende che producono carta e stampano le testate, con ulteriori gravi problemi sui lavoratori. Un fatturato di circa 500 milioni di euro andrà in gran parte a morire».
Fammoni fa notare inoltre come «lo Stato perderà risorse che provengono dall’Iva, dalle tasse e dai contributi e dovrà pagare risorse ingenti per gli ammortizzatori sociali con un bilancio in perdita già dal 2012. Questo significa i tagli ai fondi per l’editoria e il massacro mediatico produttivo ed occupazionale che ne consegue. Tutto questo per tagliare voci libere dell’informazione, una ossessione di questo governo, poiché dal versante economico non è spiegabile né motivabile. Questo insensato proposito – conclude – deve essere fermato». (TMNews)
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