Cessione L’Espresso, Repubblica oggi in sciopero

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L’Espresso è stato ceduto da Gedi al gruppo Bfc Media, scioperano i giornalisti e insieme a loro decidono di astenersi dal lavoro anche i colleghi di Repubblica. Oggi il quotidiano non sarà in edicola e il sito non sarà aggiornato fino alle 19. La decisione è arrivata nella giornata di ieri, quando è stata approvata con la larghissima maggioranza dei giornalisti. Intanto i giornalisti de L’Espresso condannano il passaggio di consegne e promettono dura battaglia.

In una nota, i giornalisti di Repubblica hanno comunicato le ragioni che li hanno spinti a scegliere di astenersi dal lavoro. Sono, sostanzialmente, gli stessi temi sollevati dai colleghi de L’Espresso. E cioé, la poca trasparenza da parte dell’azienda nella gestione della trattativa e i pericoli per l’identità del gruppo editoriale se venisse meno il rapporto tra il settimanale e le testate, su tutti Repubblica.

“Martedì 8 marzo Repubblica non sarà in edicola e il sito non verrà aggiornato per 24 ore, fino alle 19 di martedì. La redazione compatta è stata costretta a proclamare lo sciopero dopo la decisione del Gruppo Gedi di vendere lo storico settimanale L’Espresso. Decisione che il gruppo non ha esitato a formalizzare proprio mentre l’Europa è sconvolta per la guerra in Ucraina e mentre i nostri inviati sono incessantemente impegnati a raccontare quanto avviene su quei fronti”. Ma non è tutto, i giornalisti affrontano il tema e incalzano la dirigenza.

“La cessione dell’Espresso, che fino a 48 ore prima era stata negata, è un atto grave che mette a repentaglio il futuro di tutto il gruppo Gedi. Cedere la testata capostipite di Repubblica e patrimonio del giornalismo italiano segnala una grave mancanza di fiducia sullo sviluppo a lungo termine. I giornalisti di Repubblica hanno intrapreso con impegno e massimo sforzo la riconversione della nostra offerta informativa verso le sfide del digitale”. Ma non sembra ai giornalisti che ci siano uguali intenzioni da parte dell’editore.

“Di contro, la proprietà conferma una strategia di riorganizzazione basata prevalentemente su tagli, ridimensionamento, cessioni di testate, accorpamenti di rami d’azienda e uscite incentivate del personale”. Oggi pagano i colleghi dell’Espresso, a cui va la solidarietà di Repubblica e l’impegno al massimo sostegno possibile”. Quindi la decisione: “Una deriva che non può essere ulteriormente accettata in silenzio. Per questo l’assemblea proclama lo sciopero e affida al CdR un pacchetto altri 3 giorni di astensione e gli conferisce il mandato di chiedere all’azienda impegni vincolanti e chiari su investimenti e perimetro aziendale”.

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