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C’era una volta il quotidiano “Terra”….

Tutto comincia alla fine del luglio 2008 quando Luca Bonaccorsi rileva la società Undicidue Srl, che editava Notizie Verdi, altro quotidiano del partito di Pecoraro Scanio. Un foglio di 4 pagine che, per usare un eufemismo, non versava in buone condizioni. Bonaccorsi non era nuovo all’ambiente. È stato editore di Alternative per il Socialismo, bimestrale creato da Fausto Bertinotti, ma anche di Left-Avvenimenti, altro settimanale vicino alla sinistra radicale. Il 15 aprile 2009 esce il primo numero di Terra, erede di Notizie Verdi. L’azienda non si poteva dire mastodontica: 16 redattori e 10 poligrafici. La distribuzione era ridotta all’osso. Niente isole, solo le grandi città. E la foliazione modesta: 16 pagine. Eppure Terra, quotidiano che risultò essere organo di partito dei Verdi, ha chiuso nel 2011. 
I problemi sono iniziati quasi subito, quando Terra è andato in edicola nell’aprile 2009, ma appena sei mesi dopo i lavoratori si sono ritrovati dentro un’azienda in crisi e sono scattati i contratti di solidarietà. Stipendi in ritardo, lavoro extra rispetto agli accordi sindacali in fatto di orari e giorni di riposo. Le cose peggiorano a giugno con la fine degli ammortizzatori che fece partire una estenuante trattativa terminata ad agosto con un accordo che prevedeva le proroghe assistite di tutti i contratti fino a dicembre. Un patto che non sarà onorato  nonostante gli inutili tentativi la Undicidue Srl fa balenare l’interesse di un terzo socio a entrare in società. Si tira avanti e si arriva al 12 ottobre, quando viene firmato un accordo che prevede la stabilizzazione delle otto persone chieste dal sindacato e di altre quattro proposte dall’azienda. I contratti dovevano essere firmati il 31 ottobre. All’ultimo incontro l’azienda non si presentò e i sindacati la denunciano insieme al direttore per comportamento antisindacale, e presentarono un esposto alla presidenza del Consiglio per ottenere il sequestro cautelativo del finanziamento pubblico, ed un esposto all’Ordine dei giornalisti della Toscana per violazione della clausola di solidarietà.
Come fu possibile tutto ciò? Bonaccorsi spiegò a Libero: «Siamo andati in sofferenza perché non avevamo più accesso al credito delle banche. E questo perché il partito aveva ritirato le garanzie. Siamo sopravvissuti fino a maggio con il residuo del 2010, poi siamo rimasti senza cassa». Riassumendo: i giornalisti danno la colpa all’editore. L’editore dà la colpa al partito, che nel frattempo è passato nelle mani di Angelo Bonelli, e alle banche: «Ci siamo trovati tutti e due contro». 

Dopo la lunga sospensione il giornale ecologista Terra diventò mensile e tornò in edicola in tutta Italia con 68 pagine, carta ecologica, al prezzo di 4 euro. “Le condizioni economiche non ci consentono di reggere la cadenza quotidiana. Quindi intanto ripartiamo da un mensile ecologista di approfondimento e ricerca. Uno strumento di analisi che, staccandosi dalla cronaca stretta, rilanci la riflessione sui nuovi modelli di sviluppo e sul tema della sostenibilità. Tanto più necessario in questo tempo in cui imperversano cadaveri concettuali come il pareggio di bilancio e le liberalizzazioni. Più avanti, risorse permettendo, rilanceremo il sito www.terranews.it per seguire più da vicino l’informazione quotidiana” spiegò il direttore Luca Bonaccorsi che dopo il primo numero, quello di marzo 2012, cederà la conduzione del periodico ad Emanuele Giordana, voce storica di Radio Tre.
La realizzazione grafica fu curata di Andrea Canfora. Dal numero di aprile 2012 la foliazione passò a 84 pagine. Il mensile ha terminato le pubblicazioni col numero di dicembre 2012 e non è più uscito in edicola. Nel febbraio del 2013 la proprietà, nella quale sono entrati a fine 2012 i nuovi soci Worksys e Olisistem, ha nominato un nuovo direttore responsabile Sergio Bellucci. I giornalisti, che avevano fatto istanza di fallimento, sono ancora in causa con l’azienda per il saldo degli arretrati e sono tutti in cassa integrazione.

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