Dopo Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana, Piemonte e Valle D’Aosta, anche la regione Campania si dota di una legge per il sostegno all’editoria locale. Nei giorni scorsi, il parlamentino del Centro Direzionale ha approvato, all’unanimità, il testo unificato “Promozione e sostegno dell’editoria libraria e dell’informazione locale” frutto della sintesi di tre proposte normative diverse che avevano, come prime firmatarie, le consigliere regionali Sandra Lonardo e Angela Cortese e l’assessore alla cultura, Caterina Miraglia.
Stanziati 100mila euro
Il dispositivo licenziato dall’assemblea legislativa riconosce i ruoli svolti dagli editori librari, dagli operatori dell’informazione locale e da chi gestisce, a livello provinciale, un’emeroteca. Obiettivo del dispositivo, che stanzia 100mila euro per il settore (ma per gli anni successivi al 2012, la consistenza dei contributi verrà stabilita con le leggi di bilancio regionale), il sostegno alle attività dell’imprenditoria editoriale, in particolare per le piccole e medie imprese che sono più in difficoltà, ed il sostegno alla produzione ed alla promozione di libri (oltre che alla lettura). I fondi stanziati potranno essere concessi a editori campani (singoli o associati) per la realizzazione di prodotti finiti, ma anche per lo sviluppo e l’aggiornamento di contenuti digitali, e per l’attività di promozione tramite il sistema delle piccole librerie.
Tetti da 12 a 15mila euro
La misura massima dei contributi è stata fissata in 12mila euro, fatta eccezione per le attività di ristrutturazione aziendale e ammodernamento tecnologico, interventi per i quali il contributo massimo può salire fino a 15mila euro. I contributi dovranno essere richiesti attraverso un’apposita domanda presentata agli sportelli della Regione.
Misure premiali e Cedec
La legge stabilisce, inoltre, misure premiali “per l’avviamento di un’impresa” utili a favorire la nascita e lo sviluppo di giovani aziende editoriali campane. Il “premio” previsto vale per l’avviamento del miglior progetto editoriale, il miglior prodotto multimediale, la migliore opera che promuova e valorizzi la cultura letteraria campana, il miglior saggio sul Mezzogiorno.
Le risorse finanziare assegnate attraverso queste misure potranno essere destinate all’acquisto di copie dei testi premiati che saranno selezionati da un’apposita Giuria. I contributi andranno concessi anche ai giornali periodici in edicola almeno da tre anni con un sostegno finanziario per la copertura delle spese per l’acquisto della carta, fino al 10 %.
Con il via libera alla legge, viene istituito anche il Cedec, Centro di documentazione dell’editoria campana.
La soddisfazione dei politici
L’approvazione del testo unico sull’editoria, atteso da tempo, è stato salutato con soddisfazione da tutti i gruppi politici e dai firmatari delle tre bozze originarie.
“Siamo contenti che la legge approvata contenga un riconoscimento anche per quanti, con grande sacrificio e tra mille difficoltà, continuano a far vivere un’emeroteca. La Regione, con questa norma, sancisce il ruolo culturale, oltre che economico degli editori che da anni si prodigano sui territori per garantire un’informazione locale libera, plurale, al servizio delle comunità” ha sottolineato l’ex presidente del Consiglio regionale, Sandra Lonardo sia pur ammettendo che “certo si poteva fare di più, si potevano individuare maggiori risorse ed ampliare la platea dei beneficiari”. Ma, “tenuto conto del momento storico, politico ed economico, il testo approvato rappresenta un primo, significativo passo in avanti”.
“Raggiungiamo un traguardo importante, colmando i vuoti normativi esistenti nel settore in Campania” ha commentato l’assessore Miraglia “Gli incentivi – ha sottolineato l’esponente della giunta del presidente Caldoro – riguardano lo sviluppo dei contenuti digitali, i siti web, le attività di ristrutturazione aziendale e di ammodernamento tecnologico, la nascita di nuove imprese nel comparto, le librerie campane, le emeroteche”. “Prevediamo altresì – ha aggiunto Miraglia – di acquistare pubblicazioni da destinare alle scuole, alle biblioteche e alle istituzioni di rilevante interesse nel comparto, con l’obiettivo di assicurare la crescita del livello culturale nelle nuove generazioni”.
Il parere di Gianni Festa (Corecom)
La nuova legge sull’editoria ha incassato anche il parere favorevole del Comitato regionale per le Comunicazioni della Campania (Corecom), da cui è giunto un notevole contributo, in fase di realizzazione del testo, grazie a un’apposita commissione per l’editoria presieduta dal giornalista Pietro Funaro, a sua volta componente del comitato. L’organismo presieduto da Funaro ha mantenuto frequenti contatti con la presidente della VI Commissione regionale Antonia Ruggiero la quale ha più volte espresso la propria soddisfazione per la sinergia messa in atto con il Corecom.
“L’approvazione della legge rappresenta una fondamentale svolta per l’informazione in Campania” ha dichiarato il presidente del Corecom Campania, Gianni Festa.
Secondo Festa si tratta di “una legge fondamentale per due motivi: il primo. Essa rappresenta una svolta importante per il mondo dell’informazione nella regione Campania che finalmente si dota di uno strumento essenziale per il sostegno dei piccoli editori. Il secondo. Non sfugge che mai come in questa fase l’editoria della Campania, e in particolare delle zone interne, attraversa un momento di crisi terribile che comporta drastici provvedimenti di licenziamento che vanno a colpire i giovani che rappresentano la fascia più debole del sistema dell’informazione in Campania”.
“Con l’approvazione della legge – ha aggiunto ancora il presidente Festa – è stato ottenuto un notevole passo in avanti, importante nei contenuti soprattutto per quanto riguarda la fase del sostegno”. “E’ una pietra miliare a cui insieme all’Ordine dei Giornalisti e all’Associazione Regionale della Stampa bisogna dare un ulteriore contributo in fase di miglioramento per superare anche alcune difficoltà non contenute nella legge stessa” ha concluso Festa.
Il caso Molise
L’ente di palazzo Santa Lucia, dunque, con il dispositivo appena licenziato dall’assemblea legislativa, va ad aggiungersi al nutrito drappello di amministrazioni regionali che già da tempo, sia pure tra alti e bassi, hanno provveduto a dotarsi di una misura di sostegno dell’editoria locale. E’ questo, ad esempio, il caso del Molise dove una norma simile esiste fin dal 2009. Il testo in questione, tuttavia, è stato successivamente bocciato dal Tar perché ritenuto “discriminatorio”, e studiato per favorire una ristretta “cerchia degli addetti ai lavori”. A conti fatti, la legge molisana prevedeva l’assegnazione di contributi a tre editori di quotidiani locali, in percentuali differenti l’uno dall’altro. Purché presenti in almeno il 95% delle edicole della regione ed in virtù della loro anzianità di iscrizione al Roc. Cinque, invece, gli editori di periodici destinati a ricevere i contributi (il primo nella graduatoria avrebbe avuto diritto al 40% degli stessi).
La legge in Sardegna
E’di pochi mesi fa, invece, la legge sarda a favore dell’editoria e delle tv locali. Il provvedimento, che sembra privilegiare l’etere e le testate informatiche, prevede l’erogazione di contributi su conto interesse pari al 30% delle spese e fondi per l’acquisto della carta uguali al 20% delle spese sostenute. La norma è di poche pretese: per l’accesso ai fondi basta garantire l’uscita quotidiana/periodica della testata, che ovviamente deve essere dedicata all’informazione regionale.
Così in Sicilia
Maggiormente attenta alle disposizioni finanziarie appare, invece, la legge regionale siciliana del 2010. Un fondo di rotazione si fa carico di prestiti senza interessi fino a 10.000 euro per ogni singola testata. La parola chiave è l’innovazione, da ricercare nei processi produttivi del settore. Requisito essenziale per l’elargizione dei fondi: la presenza nelle edicole da almeno due anni. La legge è riservata ai soli periodici, ma non fa distinzioni tra testate cartacee e multimediali.
Il fondo in Valle d’Aosta
Si distingue per la minuziosità la normativa predisposta nel 2008 dalla Regione Valle D’Aosta dove gli aiuti vengono concessi solo alle testate che riescono a vendere almeno il 70% delle copie distribuite. Inoltre, per l’assegnazione di contributi finalizzati ad investimenti superiori a 50.000 euro, gli organi regionali sono chiamati a fare una verifica preventiva di natura economico-finanziaria nei confronti del “richiedente”. Ma non è tutto: è necessario anche che i giornali dedichino almeno il 70% dello spazio ai fatti culturali e politici della regione. Una delle percentuali più alte a livello locale.
La norma in Piemonte
Ammonta a 30.000 euro all’anno la cifra predisposta per ogni singola testata nella legge a sostegno della piccola editoria locale approvata dalla regione Piemonte. La norma eroga due differenti tipi di contributi: in conto interesse per investimenti aventi ad oggetto l’ammodernamento tecnologico, e in conto corrente per l’acquisto della carta. Per accedere ai fondi le testate richiedenti devono essere attive già da due anni sul mercato, e dedicare almeno il 55% del loro spazio all’informazione locale. Una peculiare funzione di controllo è assunta dalla Commissione Regionale per le attività editoriali dell’informazione locale.
Nel Lazio si pensa ai periodici
Nella regione Lazio l’ultima legge sugli aiuti all’editoria locale risale al 1998. Per questo motivo il tetto massimo dei contributi è ancora fissato in lire (20 milioni all’anno, circa 10.000 euro al cambio). Il provvedimento è riservato ai soli periodici. Vengono elargiti due tipi di contributi: l’uno relativo alle spese per la carta, l’altro per coprire i servizi di distribuzione. La legge richiede che solo il 25% dello spazio delle testate sia dedicato alla cronaca locale.
In Toscana garantisce Fidi Spa
Ancora più datata la legge in vigore nella Regione Toscana. Risale, infatti, all’agosto del 1997 e si rivolge alle testate quotidiane e periodiche intenzionate ad investire nell’innovazione tecnologica. Indicativa è la concessione di una garanzia sussidiaria, ad opera della società Fidi S.P.A, per la copertura di spese inerenti alla ristrutturazione dei mezzi di produzione.
Nelle Marche la legge più datata
Nelle Marche dobbiamo risalire al 1995 per trovare una legge prevalentemente indirizzata a sostenere l’editoria libraria, ma che contiene, al suo interno, anche misure a favore dei periodici. Tassativa, per l’accesso ai contributi, è l’iscrizione al registro regionale delle testate giornalistiche, le quali devono garantire una loro regolare diffusione sul territorio. I contributi si riferiscono all’acquisto di carta e all’ammodernamento degli impianti, ma viene chiesto agli editori anche una particolare attenzione agli argomenti prettamente regionali.
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