“Piena solidarietà ai 15 colleghi e amici della redazione romana di News Mediaset trasferiti in queste ore a Milano nella sede di Cologno Monzese. Rattristati davanti alle loro scrivanie vuote, oltre ad esprimere il nostro personale ed umano dispiacere per questo nuovo strappo, il primo si era già consumato da tempo con lo smembramento delle redazioni, condividiamo una ad una e con forza le ragioni del loro smarrimento”. Inizia così il comunicato del comitato di redazione del Tg5 che esprime solidarietà ai giornalisti spostati dalla sede romana a quella milanese della testata Mediaset.
Nella nota si legge: “Come sarebbe possibile non comprendere la preoccupazione e il sentimento di incertezza dei nostri colleghi costretti ad affrontare un trasferimento di sede in questo momento? Molti si vedranno ridotti ad un inevitabile pendolarismo con seri rischi di sicurezza per loro e per le loro famiglie davanti all’attuale ripresa dei contagi Covid. Non possiamo non restare perplessi dalla tempistica di questo trasferimento, una scelta secondo noi da ripensare, soprattutto alla luce dell’attenta politica aziendale che, dando prova di efficienza e alto senso di responsabilità, ha adottato misure sempre più stringenti per scongiurare il rischio contagio tra i dipendenti con test rapidi per l’accertamento di eventuali positività e rigoroso protocollo per il rientro da malattia, anche in totale assenza di sintomi sospetti”.
Aggiunge il Cdr: “Davvero qualcuno è pronto ad assumere su di sé il carico morale di esporre consapevolmente a possibile rischio la salute dei lavoratori, delle loro famiglie con bambini in alcuni casi piccolissimi? Non è nel Dna di questa azienda. Non lo è mai stato, finora. Certo il Covid è spiazzante e più veloce delle strategie d’impresa. Per tante ragioni forse questo tempo, di per sé imprevedibile e capace di congelare paesi ed esistenze, suggerirebbe di sospendere giudizio e scadenze tassative per riprogrammare un piano senza perdere di vista la prospettiva umana, di cui caparbiamente rivendichiamo – concludono i giornalisti – centralità e priorità”.
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