Il Comitato di Redazione dell’Agenzia ha indetto la prima delle sette giornate di sciopero assegnate al Cdr dall’Assemblea dei giornalisti. A circa un mese dall’inizio dello stato di agitazione, l’Azienda continua ad attuare la forzatura illegittima ed unilaterale sul sistema dei turni e sul lavoro domenicale, decisa con l’ordine di servizio dello scorso 30 dicembre, ignorando le precise richieste dell’Assemblea.
Una situazione non più tollerabile, che ha gravi ripercussioni sulle retribuzioni e sull’organizzazione del lavoro nel resto della settimana, amplificando ulteriormente le carenze di struttura e organico della Redazione centrale di Roma e di quelle decentrate ed incidendo sulla qualità del notiziario e del servizio Web fornito ad abbonati e utenti.
Il Cdr ha più volte richiamato l’Azienda all’urgenza di concludere un accordo che preveda almeno i necessari correttivi sull’organizzazione del lavoro, per rendere praticabile il nuovo regime del lavoro domenicale.
L’Azienda, ignorando perfino l’invito che le era stato rivolto dalla Fieg alla presenza della Fnsi e dell’Associazione stampa romana, non ha finora fornito alcuna risposta concreta, limitandosi ad incassare l’ennesimo contenimento del costo del lavoro, senza alcuna indicazione di voler reinvestire nella Redazione e nel prodotto giornalistico almeno una parte dei soldi risparmiati.
Analoga decisione è stata presa sulle giornate festive, con un drastico ridimensionamento dell’organico, a totale discapito della qualità del notiziario. E questo, senza alcuna dichiarata necessità di bilancio.
Inoltre, ad oggi, elemento di particolare gravità, l’Azienda non ha ancora dato indicazioni chiare sulla retribuzione prevista per le domeniche. I giornalisti che a partire dal 1 gennaio sono già stati impegnati nel lavoro domenicale e i colleghi chiamati per i turni futuri non hanno ancora la certezza della retribuzione che a loro spetta in busta paga. Un atteggiamento sconcertante per qualunque azienda.
Tutto questo, dopo che il Cdr si è anche trovato a respingere il tentativo di riscrittura in sede aziendale e in forma assolutamente peggiorativa di interi articoli del Contratto nazionale, esclusiva prerogativa del confronto tra Fnsi e Fieg.
Circa due anni fa, al termine di una dura vertenza, il Cdr e la Redazione dell’Adnkronos respinsero 23 licenziamenti, mettendo in campo pesanti sacrifici economici e offrendo ulteriori margini di produttività all’Azienda.
L’accordo che mise fine a quella vicenda venne siglato alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Luca Lotti, che in quella sede auspicò il ripristino di una nuova pax aziendale.
Quella pace è purtroppo durata meno di due anni e i giornalisti dell’Adnkronos si trovano oggi a fronteggiare una nuova offensiva dell’Azienda.
Il Cdr lancia un appello alla Federazione Nazionale della Stampa e all’Associazione Stampa Romana affinché chiedano alla Fieg di invitare nuovamente l’Azienda ad una trattativa responsabile e trasparente che porti ad un necessario.
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