Oggi è l’ultimo giorno utile per la presentazione dei curricula. Idv e Pd chiedono trasparenza e chiarezza. Si riuniscono oggi le associazioni della società civile. L’Istituto per gli Studi filosofici sponsorizza Parascandolo.
Giovedì 21 giugno, la Vigilanza voterà, a meno di eventuali rinvii, i 7 Consiglieri. Dunque la Commissione Parlamentare avrà poco più di due giorni per leggere e valutare attentamente i profili professionali di decine di candidati.
Gli aspiranti consiglieri dovrebbero essere più di trenta. Il 12 giugno erano “solo” 13. Il giorno dopo erano già 30. E negli ultimi giorni saranno probabilmente aumentati. Tuttavia c’è un alone di mistero sia sul numero degli aspiranti consiglieri che sulle loro competenze. Sul sito della Vigilanza non compare la lista dei candidati con i relativi curricula. Pare che solo i parlamentari che devono votare la sappiano (in barba alla trasparenza!).
Infatti l’Idv pretende più chiarezza. Oggi Zavoli (foto) dovrà rispondere alle domande del partito di Di Pietro sulle modalità di valutazione dei profili professionali. L’Idv vorrebbe audizioni pubbliche in Parlamento sia per valutare i prossimi consiglieri che per vagliare il programma e gli intendimenti dei “già nominati” da Monti, ad iniziare dal presidente, Anna Maria Tarantola (non ancora effettivo perché ha bisogno dei due terzi della Vigilanza insediarsi).
Richieste di affidabilità e trasparenza arrivano anche da Giorgio Merlo, vicepresidente Pd in Vigilanza. «Al di là delle singole ambizioni personali, è indispensabile conoscere in largo anticipo cosa pensano i futuri dirigenti di viale Mazzini su 3 temi essenziali per la continuità di un credibile servizio pubblico: pluralismo, qualità e specificità», ha dichiarato Merlo.
Entrando nel merito delle nomine, l’attuale composizione del parlamento, e quindi della Vigilanza, suggerisce che i 7 consiglieri saranno così distribuiti: 2 al Pdl e al Pd, 1 alla Lega, 1 all’Udc, 1 all’Idv. Dalle recenti dichiarazioni di Bersani, i democratici si asterranno dalla solita lottizzazione. Saranno 4 associazioni della società civile a scegliere 2 candidati che il Pd ha promesso di sostenere.
Il Pdl e la Lega non cambiano la tradizione. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia Asca, «la rosa dei nomi su cui puntano Pdl e Lega Nord sarebbe composta da Antonio Verro (consigliere uscente del Cda), Guido Paglia (direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Rai), Antonio Pilati (componente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato), Franco Scaglia (presidente Rai Cinema), Rubens Esposito (ex responsabile dell’Ufficio legale della Rai)». A questi si è aggiunto l’autocandidatura di Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto ed ex ministro della Cultura. L’Udc potrebbe confermare Roberto De Laurentiis. L’Idv potrebbe seguire le orme del Pd prima della scelta di delegare alla società civile, ovvero non partecipare alle nomine.
Comunque le 4 associazioni (‘Liberta’ e giustizia”, ”Libera”, il ”Comitato per la libertà e il diritto all’informazione” e ”Se non ora quando?”) che dovranno proporre 2 nomi ai democratici, non avranno un facile compito. Si parla di Lorella Zanardo, autrice del documentario ”Il corpo delle donne”, e di Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte costituzionale, ma sono solo voci. Le associazioni, a poche ore dalla scadenza del termine per la presentazione dei curricula, non hanno ancora deciso. Oggi si riuniranno, sperando di poter “partorire” 2 nomi condivisi. Se non sarà così la “patata bollente” tornerà nella mani di Bersani e de Pd. Saranno loro a dover decidere. Carlo Verna, segretario Usigrai, ha recentemente affermato che «sarà difficile mettere d’accordo 4 associazioni, di cui una costituita da una pluralità di sigle». Infatti sia l’Usigrai che la Fnsi (due sigle appartenenti al “Comitato per la libertà e il diritto all’informazione”) non parteciperanno alla scelta: «l’Usigrai e la Fnsi [pur condividendo la strategia di Bersani, ndr] non daranno indicazioni di nomi da proporre a nessun partito. Il sindacato resta, infatti, interlocutore ma anche controparte dell’azienda Rai di cui il Cda rappresenta il governo».
Tuttavia qualche suggerimento arriva da una lettera dell’Istituto italiano per gli Studi filosofici (un’accademia di rilevanza internazionale che promuove gli studi filosofici e scientifici). Il prediletto è Renato Parascandolo, ex direttore di Rai Educational ed ex presidente di Rai Trade. «Grazie alle competenze maturate e alle battaglie condotte per il rinnovamento e l’indipendenza della Rai, riteniamo che la sua presenza in cda potrà contribuire al rilancio della più importante azienda culturale del paese, da troppo tempo mortificata, restituendola alla sua vocazione originaria». Lo si legge nella missiva sottoscritta da personaggi illustri. Tra questi Dario Fo, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Rosario Villari. In fondo anche loro fanno parte della società civile.
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