Cambiano tutti i direttori delle tre reti generaliste. Ma Mauro Mazza (Rai1), Pasquale D’Alessandro (Rai2) e Antonio Di Bella (Rai3) sono anche consiglieri della Sipra, concessionaria della pubblicità della Rai. La doppia carica rientrava in un preciso progetto: legare le direzioni di rete alla società che raccogli gli spot per le stesse.
Su proposta del dg Rai, Luigi Gubitosi, domani il cda della tv di Stato dovrebbe valutare il ricambio dei direttori di rete.
Giancarlo Leone, attualmente alla direzione Intrattenimento, dovrebbe passare alla guida di Rai1 al posto di Mauro Mazza. Quest’ultimo finirebbe alla presidenza di Rai Cinema.
Angelo Teodoli, a capo dei palinsesti, sarebbe pronto per Rai2, dove andrebbe a sostituire Pasquale D’Alessandro che si “accontenterebbe” della guida di un canale digitale.
Per Rai3, Andrea Vianello, conduttore di Agorà, sostituirebbe Antonio Di Bella che tornerebbe a fare il corrispondente da Parigi.
E che c’entra la Sipra, la concessionaria per la pubblicità del servizio pubblico? A prima vista nulla. Tuttavia solo qualche mese fa, il dg Gubitosi, nonché presidente (autonominatosi) della Sipra, ha rinnovato il vertici della controllata Rai per gli spot. E lo ha fatto seguendo una logica precisa: legare “a doppio filo” le direzioni di rete a quella della società che lavora proprio per raccogliere la pubblicità per le stesse.
E in effetti così è stato. Il Cda della Sipra, per scelta dello stesso Gubitosi è composto dagli (ex?) direttori delle tre reti Rai: Mauro Mazza (Rai1), Pasquale D’Alessandro (Rai2), Antonio Di Bella (Rai3).
L’idea è, o forse era (visto che la dirigenza delle tre reti generaliste sembra in bilico), quella di creare un connubio più stretto tra chi realizza e manda in onda i programmi e chi deve vendere gli spazi pubblicitari sugli stessi. Ma ora con il cambio della guardia all’orizzonte , anche le poltrone in Sipra potrebbero traballare. E per Mazza, D’Alessandro e Di Bella scatterebbe una seconda sostituzione.
Dunque il progetto “reti-Sipra” può considerarsi concluso? O magari continuerà sotto altre mutate forme?
Le possibilità sono varie.
La prima è più plausibile: Mazza, D’Alessandro e Di Bella potrebbero essere rimossi e sostituiti dai nuovi direttori di rete. Tuttavia, essendo stati nominati poco fa, sarebbe una “retromarcia” troppo evidente per Gubitosi.
Seconda opzione. Potrebbero rimanere, sia pure con un ruolo di “addetti ai lavori del settore tv”. In altre parole si tratterebbe di una sostituzione a metà, con i tre direttori ancora in cabina di regia, pronti a consigliare il da farsi alle figure commerciali più tecniche e poco avvezze al sistema dei media magari individuate per prendere il loro posto. Insomma: una sorta di “affiancamento”.
In ogni caso, la Sipra sembra versare in endemica crisi. Quest’anno ha raccolto molto meno del previsto: circa 750 milioni, rispetto al miliardo stimato e sperato. La pubblicità, linfa vitale della tv, manca. E non solo in Rai.
E se manca la materia prima nessun “artigiano”, qualunque sia il settore, può mostrare il suo valore.
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