“Per la Rai la questione del canone è una questione centrale”, ha spiegato Catricalà, “sopratutto per lo sviluppo futuro del sistema delle telecomunicazioni. In Europa si va abbandonando il concetto di canone a favore di una imposta generale sui media e questo potrebbe servire da faro di orientamento dato che, Austria, Germania, Finlandia, Islanda, Svezia e Svizzera hanno già previsto un canone come tassa a carico del nucleo familiare”. Una misura, quindi, quella ipotizzata da Catricalà che prescinderebbe dal possesso dell’apparecchio televisivo, dato che si trattarebbe di una imposta che riguarda i media in generale. Prima di ipotizzare un qualsiasi cambiamento è però necessario rinnovare il contratto di servizio. “Nel nuovo contratto tra il Mise e La Rai (2013-2015) abbiamo cercato di fare delle norme che diano, a costo zero, il massimo della trasparenza per quel che riguarda l’utilizzo dei soldi del canone. Il nuovo contratto è diverso dal precedente in vari punti, ma soprattutto rende verificabili gli adempimenti e gli inadempimenti”. Catricalá ha, inoltre, riferito ai membri della Commissione che il contratto è “stato inviato ieri sera al direttore generale” dell’azienda, Luigi Gubitosi, e che arriverà sul tavolo della Commissione ai primi di settembre.
(italiaoggi.it)
Ricordiamo che entro il prossimo 31 gennaio 2025, le imprese editrici di testate che accedono…
Il Garante per la privacy sanziona ChatGpt: per Sam Altman e la sua Open Ai…
La notizia è passata, come spesso accade, quasi in sottofondo. In Italia Google è il…
Usigrai torna ad alzare la voce e lo fa sul piano di incentivazione all’esodo promosso…
Il gruppo Visibilia passa di mano: lo ha annunciato Il Giornale, ieri sera, nell’edizione online…
La voce ricavi di Google “vale” tre volte quella di Rcs-Cairo Communications, cinque volte Gedi.…