La Cassazione ha confermato il proscioglimento di Marco Travaglio e di Antonio Padellaro dall’accusa di aver diffamato, in un articolo pubblicato sull’Unità il 6 marzo 2007, l’ex direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce che, senza successo, aveva chiesto alla Suprema Corte di annullare l’assoluzione. I supremi giudici (sentenza 22659) osservano che il proscioglimento deciso dal Gip del Tribunale di Roma, lo scorso 11 dicembre, sottolinea come i fatti riportati “nella loro storicità” sono “veritieri”, con riferimento alle scelte di Del Noce “relative all’eliminazione del programma di Biagi, alla conduzione del Festival di Sanremo, allo spostamento a tarda serata del programma di Arbore”.
Senza successo Del Noce ha sostenuto che in questo modo si sarebbe veicolato il messaggio che “il direttore di Raiuno si sarebbe posto al servizio di Mediaset”. La Suprema Corte gli ha risposto che “siffatto messaggio, siccome costituisce un giudizio consequenziale a fatti reali, assume rilievo ai fini penali solo qualora venga superato il limite della continenza”. Respinta anche la richiesta di Del Noce di condannare Travaglio per aver usato nei suoi confronti le espressioni “lombrico” e “noisette”. Ad avviso della Cassazione non è censurabile in proscioglimento, in proposito, pronunciato dal Gip di Roma che ha ritenuto rientrare nel diritto di critica “espresso in forma satirica” le suddette espressioni.
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