Caso Nsa, Fava (Copasir): “Telefonate intercettate in Francia? E’ accaduto anche in Italia”

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Claudio Fava
Claudio Fava
Il deputato Claudio Fava (Sel)

“E’ avvenuto anche in Italia”. Così Claudio Fava, deputato di Sel e componente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, intervenuto ad “Effetto Giorno, le notizie in 60 minuti”, su Radio24, in merito alle milioni di telefonate dei cittadini francesi intercettate dall’Nsa.
Secondo il parlamentare, che riferisce di colloqui con i vertici della sicurezza americana a Washington, “i servizi italiani ne erano al corrente. Mi sembra chiaro che è avvenuto anche in Italia”. Per Fava: “se si va guardare il pezzo di Le Monde, ci offre un dato puntuale su quello che avveniva con la Francia, ma ricordando anche che lo stesso sistema di raccolta a strascico di dati in base ad alcuni sensori è stato fatto nei confronti di altri Paesi, cosa che non è stata smentita dai vertici dei servizi segreti americani con i quali abbiamo avuto una serie di incontri due settimane fa a Washington”.
Nelle parole dell’onorevole di Sinistra e Libertà: “ci hanno spiegato che il loro scrupolo principale è stato quello di rispettare le leggi americane sulla privacy e intervenire a tutela della sicurezza del Paese. Che tutto questo confligga con le leggi nazionali di Paesi alleati è un punto di vista che loro non hanno, ma che noi dovremmo avere”.
Il deputato denuncia “qualche incertezza” delle nostre strutture di intelligence e dell’esecutivo. “Al governo – rincara la dose – chiediamo maggiore chiarezza e anche maggiore autorevolezza: noi abbiamo appreso come tutti da fonti di stampa che persino l’ambasciata italiana a Washington era sotto intercettazione. Ci saremmo aspettati un gesto di chiarezza dal Governo. Vedo che il ministro francese convoca l’ambasciatore americano a Parigi, quando abbiamo chiesto qualche mese fa ai servizi e al Governo cosa intendessero fare l’atteggiamento ci è sembrato abbastanza tiepido”.
“Da quello che abbiamo saputo da fonte americana a Washington i servizi italiani sono sempre stati al corrente di questa attività di monitoraggio, che interveniva anche pesantemente sulla privacy dei cittadini italiani” conclude.

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