Nessuna sorpresa. Il verdetto della Corte Costituzionale è quello che tutti, costituzionalisti e parti in causa, si aspettavano: c’è ammissibilità nel conflitto di attribuzioni presentato da Giorgio Napolitano.
D’altra parte si tratta solo di una valutazione astratta, con cui la Corte ha stabilito che le parti possono essere qualificate come poteri dello Stato. Lo sottolinea il procuratore Francesco Messineo, che ribadisce come questa decisione non abbia alcuna incidenza sui contenuti del ricorso. Antonio Ingroia aspetta di vedere cosa accadrà nella prossima fase della vicenda. Ma cosa accadrà? Si passerà ad una trattazione di merito della questione, nella quale sarà valutata la fondatezza dell’ appello presidenziale. Intanto vanno adempiute alcune formalità. La Presidenza della Repubblica dovrà notificare in tempi stretti il ricorso alla magistratura siciliana, che poi dovrà costituirsi come parte in causa.
Nell’udienza di merito, l’arma dell’Avvocatura di Stato potrebbe essere l’art.90 della Costituzione, che ha ad oggetto l’irresponsabilità degli atti compiuti dal Presidente durante il suo mandato. Leggi correlate fortificano queste immunità, prevedendo procedure lunghe e complesse per le intercettazioni nei suoi confronti. La procura di Palermo si è già opposta a queste argomentazioni, appellandosi alla previsione legislativa che vieta la distruzione di intercettazioni senza l’intervento di un GIP che ne giudichi l’irrilevanza processuale. Secondo il presidente emerito della Corte Cesare Mirabelli, la Consulta potrebbe arginare questa legge ordinaria, arrivando a sollevare un dubbio di legittimità costituzionale di fronte a se stessa.
I contenuti delle conversazioni tra Napolitano e Mancino rimangono segreti, ma gli stessi pm hanno dichiarato che le intercettazioni effettuate non hanno rilevanza penale. Ridestare il dibattito politico sulle intercettazioni, dando solide argomentazioni a favore di quelli che vogliono porre dei paletti al loro utilizzo. Almeno per ora, è tutto quello che è derivato da questa ingarbugliata faccenda giuridico-politica.
Alberto De Bellis
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