Editoria

Caso Montanelli, la politica unita contro chi vuole rimuoverne la statua a Milano

L’idea di rimuovere la statua che a Milano è stata dedicata a Indro Montanelli accoglie pessime recensioni anche nella politica. E non solo nel centrodestra.

Bobo Craxi, su Twitter, ha bocciato la proposta dei collettivi milanesi: “Montanelli era un reazionario, mi tolsi pure la soddisfazione di dirglielo in faccia. Ma fu un grande giornalista e rischiò la vita per le sue idee. Togliergli il riconoscimento cittadino non mi sembra una grande idea”. Un messaggio è arrivato anche dal sindaco di Fucecchio, paese natale di Montanelli, che ha bollato come fanatica la proposta: “Che a Milano, o in altre città, ci sia qualcuno che, annebbiato dal fanatismo, possa pensare di riscrivere la storia mi sorprende relativamente”. Alessio Spinelli ha poi aggiunto: “Quello che mi meraviglia è che ci siano esponenti politici o importanti associazioni culturali che addirittura avvalorino queste posizioni”. Quindi ha stroncato la proposta: “”Mi sorprende che questa richiesta, priva di ogni logica storica e basata su fatti falsi che non trovano alcun riscontro, venga addirittura presa in considerazione: rimuovere la statua a Milano sarebbe una follia”.

Anche Pierferdinando Casini ha storto il naso all’idea e su Facebook ha scritto: “Il furore iconoclasta che spinge gruppi violenti ad abbattere le statue di personaggi storici come Cristoforo Colombo è il segno dei tempi difficili che viviamo: un misto di arroganza e di ignoranza che decontestualizza le sofferenze umane ed i faticosi passaggi progressivi dell’umanità. Mi auguro che questo movimento non trovi adepti in Italia dove, come dimostra la vicenda della statua di Indro Montanelli, la platea di sciocchi imitatori è sempre molto affollata”.

Alessandro Di Battista è una furia: “Il politicamente corretto è l’arma principale in mano al regime di oggi, quel totalitarismo liberista che ogni qual volta esce una notizia che ci distrae dalle diseguaglianze sociali stappa bottiglie di champagne dopo aver osservato un minuto di silenzio per chi si ammazza perché ha perso il lavoro”. L’esponente M5s ha aggiunto, su un post Fb: “Ma sì, buttiamo giù tutto. La statua di Montanelli e poi il Foro italico. Nelle piscine del ventennio bambini e ragazzi nuotano ancora oggi ma che sarà mai, troveranno di meglio. Demoliamo, mattone dopo mattone, come fosse la Bastiglia, il Palazzo di giustizia di Milano. Vedrete che anche qualche tangentaro scenderà in piazza per festeggiare la distruzione di quell’edificio fascista e manettaro progettato da Piacentini”. E quindi ha sarcasticamente proseguito: “Ma non fermiamoci qui. Dell’arco di Tito cosa ne vogliamo fare? E’ un capolavoro sì, ma è pur sempre il monumento che ricorda la distruzione del Tempio di Gerusalemme. E’ chiaramente un’opera antisemita. Demoliamo! E poi il Colosseo dove vennero trucidati migliaia di cristiani. Via tutto, rispetto per la libertà di culto! E’ un’onda inarrestabile che non può fermarsi. Anche Garibaldi avrà i suoi scheletri nell’armadio. Siamo sicuri che a Teano non venne convinto a fermarsi con qualche sacco pieno di denaro? Infame! Via le statue, via le piazze”.

Il presidente del gruppo al Senato del Pd Andrea Marcucci ha respinto senz’appello la richiesta: “”Indro Montanelli é stato un maestro per diverse generazioni di lettori, per me sicuramente, il ‘toscanaccio’ è stato un grande esempio di libertà e fierezza. Questa amenità di abbattere la statua a lui dedicata in un Parco a Milano, non la voglio neanche ascoltare”.

Lo storico Giordano Bruno Guerri ha rampognato la decontestualizzazione della richiesta: “Non possiamo giudicare la storia con gli occhi di oggi, perché altrimenti non capiamo nulla del passato e lo distorciamo”.

 

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