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CASO LAVITOLA, PARTE UNA NUOVA INCHIESTA: DOVE FINIVANO I CONTRIBUTI DELLO STATO AL QUOTIDIANO L’AVANTI?

E’ stata una lunga giornata, quella di
ieri, per i militari del comando provinciale
di Napoli impegnati nell’eseguire
un decreto di perquisizione firmato dai
pubblici ministeri della Procura di Napoli.
Il nuovo troncone d’inchiesta scaturito dal fascicolo
aperto su Finmeccanica, nella quale si
ipotizzano irregolarità relative a una serie
di appalti, punta i riflettori
su Valter Lavitola,
ex direttore dell’Avanti.
Al centro dell’indagine vi
sarebbero i finanziamenti di Stato dei quali
avrebbe goduto Lavitola in qualità di direttore di un giornale
di partito. Da fondi per l’editoria,
insomma, Lavitola avrebbe
potuto attingere somme destinate poi a tutt’altre destinazioni.
Il solco è quello tracciato
già da un’altra inchiesta e dai (molti, e
mai chiariti) sospetti su una telefonata
allegata agli atti d’indagine della Procura
di Pescara, una conversazione intercettata
nella quale l’imprenditore latitante
in Sudamerica, conversando con
il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,
dice: «Qui, se non arrivano i soldi
3000 giornalisti vanno a finire in mezzo
a una strada».
Dunque si indaga ora anche
sui finanziamenti dello Stato al quotidiano
Avanti.
Secondo il giudice, infatti, dalle conversazioni
tra i tre si evince la «continua
e costante gestione di affari e di transizioni
illecite», oltre a diversi filoni tutti
ancora da approfondire. Il gip citava, tra
l’altro, «la malversazione, il dirottamento
e l’utilizzo per finalità diverse, operato sempre da
Lavitola, dei fondi e dei finanziamenti
erogati dallo
Stato al quotidiano. Somme
«ingenti» che, sempre
secondo il giudice, sono state «distolte e destinate
al perseguimento di interessi
e di affari personali che nulla hanno
a che fare con il quotidiano».
(Il Mattino)

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