Dopo le inchieste di Trapani sulle Ong, anche a Locri sarebbero emerse intercettazioni ai danni dei giornalisti nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto del sindaco di Riace, in provincia di Reggio Calabria, Mimmo Lucano.
La questione relativa alla segretezza delle fonti è centrale. E dirimente per il futuro e l’effettivo esercizio, da parte dei giornalisti, della libertà di stampa. Sulla questione che in poche settimane si è riproposta al dibattito pubblico grazie al lavoro del quotidiano Domani diretto da Stefano Feltri, dopo gli interventi della Fnsi, è arrivato il monito del presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti Carlo Verna.
Secondo Verna, oltre alle questioni di diritto e inerenti le libertà, i giornalisti finiti nei brogliacci delle intercettazioni hanno subito un vero e proprio danno perché si sono visti bruciare, senza alcun motivo fondato, il patrimonio di fonti a cui attingevano per il loro lavoro.
In una nota, Verna ha detto: “L’emergenza riservatezza delle fonti del giornalista dovrà essere al centro in Italia della giornata internazionale per la libertà di stampa, fissata come ogni anno per il 3 maggio. Sembra quasi che le pronunce della corte di Strasburgo siano delle proposte culturali piuttosto che giurisprudenza impegnativa per i Paesi membri”.
Il presidente Verna ha sottolineato: “Le violazioni dei principi riconosciuti dalla corte europea dei diritti umani si ripetono e vanno, per stare solo alla cronaca degli ultimi giorni, da intercettazioni disposte su giornalisti non indagati a trascrizioni irrilevanti ai fini processuali, ma che bruciano rapporti, a sequestri di computer o cellulari”.
E ha proseguito: “Da Trapani a Locri, fino ad Ancona, dove dopo un’indagine particolarmente invasiva è arrivata una puntuale semplice archiviazione. Sul terreno sono rimaste le fonti dei giornalisti, che servono soprattutto per concretizzare il diritto del cittadino di sapere”.
Verna ha dunque concluso il suo intervento con un impegno: “Per questo quando il 3 maggio sarò ospite in presenza, o virtualmente se le condizioni non lo consentiranno, del Master di giornalismo dell’Università di Bologna per l’inaugurazione della panchina della libertà di stampa. Mi siederò fisicamente o immaginariamente su quella panchina imbavagliato per sottolineare il livello di guardia superato e in segno di solidarietà verso quei colleghi il cui patrimonio professionale, costituito dalle fonti, è stato dilapidato”.
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