“Niente segreti sulla morte di Ilaria Alpi e sul traffico di armi e rifiuti”, è il titolo della petizione che ha preso piede sul web da poco più di 24 ore, raggiungendo già più di 29.000 sottoscrizioni, alla luce degli “ottomila documenti” “messi sotto chiave” che potrebbero svelarne i motivi . L’inziativa è stata lanciata da Stefano Corradino e Beppe Giulietti, su”Change.org” per fare appello al Presidente della Camera Laura Boldrini, “affinché si possa consentite l’accesso ai dossier e squarciare il ‘muro di gomma’ dei poteri che hanno ostacolato la ricerca della verita'”.
“I giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – inizia il testo della petizione – sono stati uccisi a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. Erano in Somalia per indagare su un traffico internazionale di armi e di rifiuti tossici illegali. Ed è per questa ragione che sono stati assassinati. Ma a venti anni di distanza siamo ancora in attesa di conoscere tutta la verità su quella vicenda. Questa verità potrebbe essere contenuta nella pila di carta, ottomila documenti, che i servizi di sicurezza militare, l’ex Sismi, oggi Aise hanno accumulato su fatti che attengono all’esecuzione dei due giornalisti”.
“Carte – prosegue la petizione – messe sotto chiave negli archivi della Camera a cui sembra essere stato negato l’accesso dall’Agenzia Aise – come rivela un’inchiesta de ‘Il Manifesto‘ firmata dai giornalisti Andrea Palladino e Andrea Tornago – che pare ‘abbia negato l’autorizzazione a un ufficio di Montecitorio che chiedeva la declassificazione dei documenti riservati acquisiti dalla Commissione parlamentare sui rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella’.
“E’ fondamentale che queste carte siano rese pubbliche e che ai cittadini sia data la possibilità di sapere” ha affermato sul sito di Articolo21 Domenico D’Amati, legale della famiglia Alpi. C’è molto da fare e speriamo che tutti gli organi dello Stato collaborino. In primo luogo la Camera dei deputati che deve desecretare questi documenti fondamentali sui traffici dei rifiuti tossici”.